Federazione Moda Italia

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Federazione Moda Italia

Federazione Moda Italia è la più importante rappresentanza d'impresa del settore Moda in Italia costituita nel 1949.

In base all'art. 2 dello Statuto, con riferimento agli ambiti settoriali riconosciuti da Confcommercio-Imprese per l'Italia, Federazione Moda Italia costituisce il sistema di rappresentanza unitario nazionale dei soggetti imprenditoriali che esercitano le attività del commercio al dettaglio e all'ingrosso del settore Moda (e quindi abbigliamento, intimo, calzature, pelletterie), accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi, o in attività a queste contigue o affini, che si riconoscono nei valori del mercato e della concorrenza, della responsabilità sociale dell'attività d'impresa e del servizio reso ai cittadini, ai consumatori e agli utenti, ex art. 13 dello Statuto confederale. Tutela e rappresenta a livello nazionale gli interessi sociali ed economici degli operatori fornendo servizi di informazione, formazione, assistenza e consulenza, in coerenza con le esigenze di sviluppo economico, di qualificazione e di supporto.

Federazione Moda Italia è la più importante Organizzazione di rappresentanza del dettaglio e ingrosso dei settori Moda, abbigliamento, calzature, tessile per arredamento, tessuti per abbigliamento, pelletterie, accessori, articoli sportivi, con oltre 30.000 imprese commerciali piccole e medie associate. Aderisce a Confcommercio Imprese per l'Italia e rappresenta le attività delle 92 Associazioni Provinciali di categoria italiane.

Federazione Moda Italia nasce dalla Federazione Nazionale Dettaglianti Tessili Abbigliamento Arredamento fondata il 14 aprile del 1949 assumendo, nel gennaio del 2002, l'attuale denominazione a seguito dall'avvenuta fusione per incorporazione tra Federabbigliamento (incorporante), la Federazione Nazionale Grossisti Abbigliamento e la Federazione Nazionale Pelletterie e Valigerie (incorporate) e nel luglio 2018 Federcalzature.

Federazione Moda Italia, in particolare, tutela gli interessi generali dei soggetti imprenditoriali e professionali che operano nei settori indicati, prefiggendosi di:

- promuovere e tutelare gli interessi morali, sociali ed economici dei soggetti rappresentati nei confronti di qualsiasi organismo, sia pubblico che privato;

- favorire le relazioni fra gli associati per lo studio e la risoluzione dei problemi di comune interesse;

- valutare e risolvere problemi di carattere organizzativo economico e sociale;

- assistere e rappresentare gli associati nella stipulazione di contratti collettivi integrativi e/o nella promozione di ogni altra intesa od accordo di carattere economico o finanziario;

- designare e nominare i propri rappresentanti o delegati in enti, organi o commissioni ove tale rappresentanza sia richiesta od ammessa;

- promuovere e favorire servizi e attivitàdi assistenza alle imprese associate, sotto qualunque forma giuridica, direttamente o indirettamente;

- assumere iniziative intese a promuovere la formazione professionale, tecnica e sindacale degli imprenditori e dei loro dipendenti, nonché porre in atto le azioni necessarie alla formazione di aspiranti imprenditori; concorrere economicamente al conseguimento di tutte le proprie finalità; espletare ogni altro compito che dalle leggi o da deliberati dell'Assemblea sia ad essa direttamente affidato.

Consiglio direttivo
Roberto Ricchiardi Presidente
Claudio Balansino Vice Presidente Vicario
Micaela Delsanto Vice Presidente
Paolo Marini Vice Presidente
Manuela Pecchio Consigliere
Cinzia Ellena Consigliere
Valeria Bellino Consigliere
Nadia Di Mauro Consigliere

Da Federazione Moda Italia-Confcommercio e Confindustria Moda un appello per le sfide future della filiera

I Presidenti di Federazione Moda Italia-Confcommercio e di Confindustria Moda si sono incontrati per discutere importanti valutazioni sulla filiera della moda.

La filiera rappresenta un valore di 109 miliardi di euro per la parte industriale e 64,5 miliardi di euro per il retail. Questi dati sottolineano l’importanza economica e sociale di questo settore.

Nel corso dell’incontro, sono state condivise le preoccupazioni riguardo all’anno 2024, soprattutto in relazione all’impatto delle nuove normative europee sull’eco-sostenibilità e alle nuove disposizioni che riguarderebbero i ritardi nei pagamenti tra clienti e fornitori. Tali questioni si aggiungono alla situazione geopolitica e climatica, che sono state oggetto di discussione.

È emerso chiaramente che la buona salute del comparto moda dipende dalla capacità di creare un sistema integrato tra tutti gli attori coinvolti. Questo incontro rappresenta un passo importante verso una collaborazione più stretta per affrontare le sfide attuali e future del settore.

Federazione Moda Italia-Confcommercio: Caldo prolungato di settembre frena i consumi di abbigliamento e calzature

"Serve un patto di filiera"

Secondo i primi dati del sondaggio sulle aziende associate a Federazione Moda Italia-Confcommercio, il mese di settembre si è concluso con un calo delle vendite del 6% registrando una ridotta propensione agli acquisti di moda per le eccezionali condizioni metereologiche. Il 54% ha evidenziato un valore delle vendite negativo, a fronte di un 27% positivo e un 18% stabile.

«In un settembre caldo con temperature sorprendentemente miti nonostante il cambio di stagione – afferma Federazione Moda Italia- Confcommercio - i negozi di moda hanno registrato il rinvio di almeno un mese degli acquisti di maglieria, giacche, abiti, giubbotti, abbigliamento e calzature più pesanti sia per la donna che per l’uomo. Dal punto di vista dell’offerta commerciale la stagione estiva è finita, ma quella metereologica sta mettendo in difficoltà i nostri negozi che devono affrontare gravosi problemi che vanno da magazzini sempre più pieni ed assortiti alle sfide finanziarie legate alle scadenze dei pagamenti, nonché spese generali come tasse, costi energetici, affitti indicizzati e costo del personale».

«Per affrontare questa emergenza – prosegue – Federazione Moda Italia-Confcommercio ritiene fondamentale trovare un accordo di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali. Inoltre, ci aspettiamo un intervento governativo sulla riduzione dei costi di locazione al fine di alleviare la pressione finanziaria e una tassazione meno invasiva prevedendo anche la riduzione dell’IVA al 10% sui prodotti di moda ed in particolare su quelli made in Italy e sostenibili. Tutto questo per evitare che un grande patrimonio rappresentato dai negozi di vicinato possa essere intaccato procurando la perdita di migliaia di posti di lavoro».

«È poi fondamentale – conclude Federazione Moda Italia-Confcommercio – sottolineare il ruolo cruciale dei negozi di moda nella vita delle nostre città, dei nostri paesi e dei nostri centri storici contribuendo alla crescita non solo economica ma anche sociale e psicologica».

Federazione Moda Italia-Confcommercio: saldi estivi in linea con il 2022 per sei imprese su dieci grazie allo shopping dei turisti stranieri

Secondo i dati del sondaggio sulle imprese associate a Federazione Moda Italia-Confcommercio, dopo il leggero calo delle vendite (-2,5%) registrato a luglio, ad agosto l’andamento è migliorato, ma ancora leggermente negativo (-1,7%) rispetto all’anno scorso e in linea con le previsioni di un anno piuttosto difficile per gli incrementi dei costi e del denaro dovuti all’impennata dell’inflazione. Il 58% ha comunque registrato un valore delle vendite dei saldi stabile (24%) o positivo (34%), a fronte di un 42% che ha registrato un calo.

«A chiusura della stagione c’è stato un aumento degli acquisti e degli affari per i consumatori grazie alle numerose iniziative a conclusione dei saldi in diverse località e il ritorno dei clienti e dei turisti nei nostri negozi– afferma Federazione Moda Italia–Confcommercio. L’importante presenza di turisti stranieri nelle città metropolitane e d’arte oltre che nelle località turistiche ha sicuramente aiutato lo shopping di qualità, lasciando una situazione a macchia di leopardo nel resto d’Italia. Gli amanti extra UE dello shopping Made in Italy sono stati, in particolare, americani, arabi, inglesi e si è assistito ad un ritorno, seppur ancora limitato, dei cinesi. I turisti europei provenienti da Francia, Belgio e Olanda hanno poi dimostrato un interesse particolare alla moda proposta dai nostri negozi».

«Dopo le vacanze – conclude Federmoda – si ritorna alla vita quotidiana, con le famiglie impegnate con il lavoro e la scuola e il mondo delle imprese di moda con le fiere e la fashion week milanese investendo sulle rinnovate tendenze del mercato tra stile, ricerca, innovazione e sostenibilità. I commercianti sono pronti con grande entusiasmo ad allestire le nuove vetrine con colori, modelli e capi di qualità che contribuiscono alla vivacità e alla vitalità dei nostri centri storici, delle vie commerciali e delle periferie delle città e dei piccoli paesi. Il momento impone delle riflessioni di filiera perché i rialzi di listino e il mantenimento dei budget dettati dall’industria della moda potrebbero non essere più economicamente sostenibili dai commercianti e dagli stessi consumatori, alle prese con i rincari generalizzati e gli effetti dell’inflazione. Fino ad oggi, noi commercianti abbiamo contenuto gli aumenti dei listini cercando di non scaricare tutti i costi sui consumatori, ma sarà importante dedicare tempo ed attenzione ai rapporti di filiera come abbiamo sottolineato al Ministro Adolfo Urso al Tavolo della Moda ad inizio agosto chiedendo anche una misura per ridurre il costo delle locazioni commerciali; un'Iva agevolata sui prodotti di moda Made in Italy e un bonus moda per l'acquisto di prodotti ecosostenibili».

Federmoda: "Servono sindergia di filiera e sostegni agli acquisti ecosostenibili"

Secondo incontro al Mimit per il tavolo della Moda

Le priorità di Federazione Moda Italia al Tavolo della Moda presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Federmoda: "E' importante che il Governo ascolti le istanze della categoria con particolare riguardo ad un indispensabile intervento a copertura degli incrementi dei costi delle locazioni commerciali".

Il 1° agosto si è tenuto il secondo incontro del Tavolo della Moda, dopo quello di gennaio, organizzato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con tutte le componenti della filiera, dalla produzione agli showroom fino alla distribuzione commerciale. Commentando gli esiti della riunione, Federazione Moda Italia-Confcommercio ha ringraziato il ministro Adolfo Urso "per l’importante segnale di attenzione manifestato in questo secondo incontro del Tavolo della Moda al settore moda fondamentale per la produzione del PIL nazionale. I negozi di abbigliamento, calzature, accessori, pelletterie, tessile casa ed articoli sportivi sono la spina dorsale economica delle nostre città, contando la presenza in Italia di 175.395 punti vendita tra 105.050 imprese attive e 70.345 unità locali in Italia che danno occupazione a 301.494 addetti”.

“Il Tavolo della Moda – prosegue Federmoda – rappresenta un’eccezionale occasione per valorizzare lo stretto legame tra negozi di moda e territorio e consolidare l’azione di confronto e dialogo con tutta la filiera soprattutto in momento in cui gli operatori commerciali, dopo aver contribuito a calmierare i rincari dei prezzi e l’inflazione, si trovano costretti a subire forti rialzi di listino e budget prefissati con richieste di ordini di merci non più facilmente sostenibili”.

“Visto l’attuale momento di particolare difficoltà del dettaglio moda e considerato l’obiettivo di continuare a garantire il mantenimento dei posti di lavoro e nuova occupazione – conclude Federazione Moda Italia-Confcommercio – noi operatori commerciali ci crediamo ma è importante che il Governo ascolti le istanze della categoria con particolare riguardo ad un indispensabile intervento a copertura degli incrementi dei costi delle locazioni commerciali, ad esempio, attraverso un credito d’imposta sugli affitti o l’introduzione della cedolare secca condizionata alla riduzione del canone; un ‘voucher moda’ per chi sostituisce nei negozi di prossimità un capo usato con uno nuovo; un'aliquota Iva agevolata del 10% sui prodotti di moda in particolare made in Italy e sostenibili. Occorre, infine, rivalutare mestieri come l’addetto alle vendite e il sarto che potrebbero essere ospitati anche all’interno dei negozi, puntando sulla formazione professionale”.

Saldi estivi 2023, si inizia giovedì 6 luglio

Ricchiardi, “I negozi di vicinato offrono assistenza grazie al confronto quotidiano con il cliente, la “Direttiva Omnibus” ha dettato regole precise da attuare anche all’intero mercato virtuale”.

Chiapella, “L’applicazione del Codice del Consumo permetterà di eliminare sacche di illegalità e riequilibrio nei rapporti di forza in un mercato che non può restare senza regole”

 

“Siamo pronti - dichiara Roberto Ricchiardi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – ad accogliere i clienti con l’assistenza e la consulenza propria dei negozi di vicinato, nel rispetto delle regole, grazie agli accordi nazionali con le Associazioni dei Consumatori”.

“Ci aspettiamo – precisa Ricchiardi - una crescita delle vendite di circa il 5% rispetto al 2022, anche se condizionati dalla ridotta liquidità a causa dei continui rialzi dei tassi d’interesse che condizionano fortemente i bilanci delle famiglie; inoltre, la novità di quest’anno è l’applicazione dal 1° luglio scorso del nuovo Codice del Consumo, che modifica le norme su sconti, promozioni, liquidazioni e saldi ed introduce per la prima volta una regolamentazione anche delle vendite online”.

Un’importante risposta alla richiesta di Federazione Moda Italia e Confcommercio a tutela del principio “stesso mercato, stesse regole”.

Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 213 euro – pari a 95 euro pro capite - per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro.

La “Direttiva Omnibus” tratta dei temi legati alla corretta comunicazione dei ribassi dei prezzi, mettendo sullo stesso piano – questa è l’importanza della norma – il commercio in sede fissa con quello on line, quindi una maggiore severità nella disciplina delle pratiche commerciali scorrette ed un sistema sanzionatorio aggiornato ed efficace.

I saldi inizieranno domani, giovedì 6 luglio, per una durata di otto settimane ed interesseranno tutti quei settori soggetti all’evoluzione della moda ed alla stagionalità, quindi, per esempio, abbigliamento, calzature, accessori moda, abbigliamento sportivo, casalinghi e quant’altro.

L’uniformità di norme previste evita le cosiddette “migrazioni da saldi” ed un’inutile concorrenza tra territori.

“Con la speranza - interviene Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – che si consolidi la corsa allo shopping ripartita lo scorso anno e che i saldi estivi siano un’occasione importante per entrambi, il cliente/consumatore e l’imprenditore commerciale”.

“L’augurio – conclude Chiapella – è che con l’applicazione della Direttiva Omnibus vengano eliminate le possibili sacche di illegalità e che vengano riequilibrati i rapporti di forza in un mercato che non può rimanere senza regole. Occorre dare certezze alle imprese per garantire i valori della nostra società, della nostra tradizione”.

Dal 1° luglio entra in vigore la “Direttiva Omnibus”, cosa cambia per saldi e promozioni

Confcommercio, “il legislatore è intervenuto sul Codice del Consumo per dare al mercato, sia fisico che virtuale, regole precise ed univoche”

Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 26 del 7 marzo 2023, cd Decreto Omnibus, il legislatore ha voluto aggiornare il Codice del Consumo, in adempimento alle indicazioni europee volte ad una migliore applicazione e una modernizzazione delle norme relative alla protezione dei consumatori. In particolare, la normativa verte sui temi della corretta comunicazione dei ribassi di prezzi, mettendo sullo stesso piano il commercio in sede fissa con quello on-line; maggior severità nella disciplina delle pratiche commerciali scorrette ed un sistema sanzionatorio aggiornato ed efficace.

“Certamente l’impatto della nuova normativa sul sistema dei saldi estivi, al via tra poco più di una settimana - riferisce Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo - richiederà un certo impegno di trasparenza da parte di tutti, ma soprattutto dai marketplace del commercio on-line. Finalmente le regole saranno uguali per tutti e l’e-commerce non sarà più la “terra di nessuno” dove si può fare tutto e il contrario di tutto.”

Dal mese di luglio negli annunci di riduzione di prezzi - che vanno ad impattare sulle politiche di sconto, vendite promozionali, black friday, saldi, vendite di liquidazione, tanto online quanto offline nei punti vendita fisici e negli outlet - sarà obbligatorio indicare il prezzo precedente, cioè il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni antecedenti lo sconto. Nel caso di progressività degli sconti e cioè quando gli sconti divengono via via più alti, come accade durante i saldi, il prezzo precedente, che va sempre evidenziato, è quello riferito ai 30 giorni antecedenti l’avvio dei saldi.

Più in dettaglio Roberto Ricchiardi, presidente di Federazione Moda Italia Confcommercio della provincia di Cuneo: “Mentre nei negozi fisici il cliente può vedere da vicino il cartellino, lo stesso non vale in un contesto di vendita online, dove le riduzioni esistono, ma non è chiaro se vi sia stata o meno una progressività dello sconto”. È noto infatti che, acquistando online un bene, non è possibile intuire se lo sconto del 20, 30 o 50% applicato su di esso rappresenti una riduzione rispetto al prezzo di listino originale o se invece, nel frattempo, ci sia stato uno sconto “intermedio”. “Con l’applicazione delle nuove disposizioni – continua Ricchiardi – sarà obbligatorio indicare, tanto per il negozio fisico che per quello virtuale, il prezzo precedente, ossia quello che si applica alla prima riduzione di prezzo. Nel caso di sconti via via più alti, come accade spesso nei saldi, il prezzo precedente è quello riferito ai 30 giorni antecedenti il nuovo sconto”.

Previste inoltre norme più severe per le cosiddette “pratiche commerciali scorrette” con inasprimento delle sanzioni che vanno a colpire direttamente il fatturato delle aziende. Il decreto interviene anche sulla pratica delle false recensioni online, imponendo alle aziende che le utilizzano, di appoggiarsi obbligatoriamente a servizi certificati al fine di diffondere solo opinioni verificate, positive o negative che siano.

“La norma risponde all’esigenza, più volte rimarcata da Confcommercio, di equiparare il mercato online e offline – dichiara Chiapella -. La strada tracciata è quella giusta, l’obiettivo ambizioso, i risultati da verificare”. “Si tratta di un decreto che ha come obiettivo principe la tutela del consumatore e in secondo luogo battere la concorrenza sleale del prezzo dell'online – continua Ricchiardi – sarebbe interessante verificarne l’efficacia anche in termini di lotta al commercio di merci contraffatte e di tutela del made in Italy”.

Gli uffici territoriali della Confcommercio di Cuneo, Alba, Bra, Carrù, Ceva, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano sono a disposizione per eventuali approfondimenti sul tema.

L’Assemblea di Federazione Moda Italia-Confcommercio evidenzia il fondamentale ruolo del retail italiano nella filiera della moda tra stile, ricerca, innovazione e sostenibilità

“Maggiore attenzione al fashion retail, indispensabile per la crescita del settore moda. Occorrono sinergie di filiera e sostegni alle imprese”

“L’edizione estiva del Pitti Immagine Uomo, che ha accolto l’Assemblea nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, ha confermato la propria leadership internazionale della Moda uomo all’insegna dello stile, ricerca, innovazione e sostenibilità”. Così Federazione Moda Italia-Confcommercio.

“Pitti – prosegue Federmoda – è un fondamentale momento di promozione delle relazioni tra produttori e operatori commerciali che, come trama e ordito, s’intrecciano per dar vita ad un tessuto pregiato e resistente. Durante questa manifestazione, interprete dei cambiamenti del lifestyle, design e sostenibilità, i Presidenti provinciali di Federazione Moda Italia-Confcommercio si sono confrontati sul presente e soprattutto sul futuro del retail anche alla luce degli aumenti dei prezzi della produzione che rischiano di rallentare la ripartenza dei consumi. Dal monitoraggio mensile delle vendite dei prodotti di moda effettuato sulle aziende associate emerge un positivo andamento nel I trimestre 2023 (a gennaio +8,9%; a febbraio +5,3%; a marzo + 8,7%), ma dopo il calo medio del 3,5% ad aprile è seguito un -9,8% di maggio sullo stesso mese dell’anno scorso. Un dato condizionato dal clima troppo freddo per la stagione e soprattutto per l’evento alluvionale che ha colpito parte dell’Emilia e soprattutto la Romagna, anche con perdite in alcune zone superiori al 50% che hanno inciso sulla media nazionale”.

"Occorre, da un lato, una sempre maggior collaborazione tra produttori/fornitori, showroom e retail per trovare soluzioni adeguate; dall’altro che il Governo ascolti le istanze della categoria, come ribadito dalla nostra Assemblea. In particolare serve un intervento urgente sulle locazioni commerciali come, ad esempio, un credito d’imposta del 30% oppure la cedolare secca sugli affitti commerciali condizionati all’obbligo di una congrua riduzione dei canoni di affitto dopo accordo specifico tra locatore e conduttore. Inoltre, abbiamo chiesto un ‘bonus moda’, come quelli già sperimentati per automobili e arredamento, a seguito della consegna nei negozi di moda di prodotti usati dai consumatori. Con la recente approvazione del Consiglio dei Ministri del DDL sul Made in Italy, Federazione Moda Italia auspica un'aliquota Iva agevolata del 10% sui prodotti di moda sostenibili e made in Italy”.

Saldi invernali 2023, con il segno positivo

Ricchiardi, Confcommercio Imprese per l’Italia-Federmoda, “l’esame dei dati Istat sulle vendite propone una realtà ed una prospettiva positiva per l’abbigliamento, calzature ed accessori moda”

“L’esame dei dati Istat – interviene Roberto Ricchiardi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – offre un’immagine con il segno più per le vendite al dettaglio che, dopo il calo del mese precedente, a gennaio aumentano, sia su base mensile (+1,7% in valore e +1,2% in volume) che su base annua (+6,2% in valore, ma -2,4% in volume)”.

“Rispetto al mese precedente – precisa Ricchiardi – l’Istat stima in crescita le vendite di beni alimentari e quelle dei beni non alimentari (+1,4% in valore e 0,7% in volume), con variazioni positive per tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di quelli farmaceutici, con aumento maggiore per la profumeria e cura della persona (+10,7%) e per abbigliamento (+9,4%) e calzature”.

“Cogliamo – conclude Roberto Ricchiardi – positivamente il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio al termine dell’elaborazione dei dati Istat, in quanto il miglioramento delle vendite a volume, pur rappresentando una boccata d’ossigeno per molte aziende che da tempo vivono una situazione di difficoltà, ha solo permesso di attenuare la tendenza al ridimensionamento della domanda”.

“Sul dato dell’ultimo mese, inoltre, ha influito il buon andamento dei saldi; il permanere di un’inflazione elevata rende ardua l’ipotesi che quanto registrato nel mese di gennaio sia il sintomo dell’inizio di una fase più positiva per la domanda di beni”.

Natale 2022: con le tredicesime e un rinnovato senso di fiducia ci si aspetta una buona risposta per la moda negli ultimi giorni prima del Natale

Federazione Moda Italia, "il contesto è difficile, ma ci aspettiamo qualche sorpresa"

Dopo un novembre che registra un calo medio del 2,4% delle vendite di prodotti di moda rispetto al 2021, Federazione Moda Italia-Confcommercio confida in una crescita degli acquisti negli ultimi giorni prima del Natale. Dai monitoraggi sui negozi associati, nel 2022 si è visto il segno positivo solo ad aprile (+3,5%), maggio (+5,7%) e agosto (+1%); tuttavia, lascia ben sperare il fatto che tra i regali più desiderati di questo Natale ci siano gli intramontabili prodotti di moda, dalla maglieria ai pantaloni, dai piumini agli abiti e giacche, dalle scarpe alle sneaker, dalle borse di qualità agli immancabili accessori, fino agli articoli sportivi.

Per Federazione Moda Italia-Confcommercio: «Non si può parlare di ripresa dei consumi di moda, viste le performance di vendita altalenanti ma, complice la stagione più fredda, l’esplosione del turismo nel ponte dell’Immacolata nelle città d’arte e di vacanza e la prevedibile crescita degli acquisti più importanti e ragionati degli ultimi giorni, si respira un rinnovato spirito di festa che fa ben sperare in un buon Natale tanto per i consumatori quanto per i commercianti. Crediamo in quello che vogliamo definire l’ottimismo della ragione, ma l’incertezza per il caro energia, l’impennata dell’inflazione e dei costi dei consumi obbligati preoccupano ancora i nostri operatori. Non possiamo permetterci ulteriori passi falsi. La ricetta per rilanciare la fiducia è quella di accelerare il taglio delle tasse, a partire dall’Irpef e dagli oneri contributivi a carico delle imprese, come pure sarebbe importante estendere la cedolare secca alle locazioni commerciali».

Federazione Moda Italia-Confcommercio "Preoccupano le vendite. I rincari frenano gli acquisti. Servono segnali e progetti costruttivi dal Governo"

In tempi di caro bollette il classico shopping della moda non decolla e anche se è presto per dichiarare un effettivo calo delle vendite tra i negozianti del settore serpeggia una forte preoccupazione. “Abbiamo collezioni bellissime acquistate tra dicembre 2021 e gennaio 2022, capi anche costosi che abbiamo comprato con aspettative ottimistiche, che la pandemia passasse, ma ora la situazione di grande difficoltà non può che preoccuparci”.

E’ quanto afferma Federazione Moda Italia-Confcommercio, in rappresentanza di 178.127 negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori ed articoli sportivi in cui operano 293.497 addetti in Italia.

“L’aumento dei costi in generale e delle bollette fa sì che i consumatori siano prudenti. I consumi rallentano quando c’è incertezza – aggiunge – e anche se c’è una gran voglia di ritorno alla normalità e soprattutto da parte femminile di comprare qualcosa, la frenata economica sta condizionando l’appeal di acquisti di abbigliamento e accessori”.

In base a un sondaggio flash che Federmoda Italia sta svolgendo dal 30 settembre al 10 ottobre tra i commercianti emerge che “le vendite sono leggermente inferiori o stabili, ma sta di fatto che molti negozi stanno pensando di chiudere anche per l’enorme aumento dei costi”.

“Ci attendiamo segnali e progetti costruttivi dal governo, – sostiene Federmoda – lavoreremo sulla filiera dal produttore al consumatore ma pensiamo di avere una interazione con le altre associazioni: Cna, Confartigianato, Confindustria, Confesercenti per fare un ragionamento insieme e cercare di risolvere il problema della moda, un problema latente per impedire che i negozi chiudano, e poi riaprano più come moda”. “Il fenomeno riguarda alcune città e certi comuni più piccoli e
poco frequentati dove non c’è lo shopping tourist. E poi – sostiene Federmoda – la clientela deve capire che se uno compra un vestito online alimenta una concorrenza sleale, sul web infatti i costi non sono comparabili con quelli che abbiamo noi”.

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