Figisc-Anisa

Figisc-Anisa

Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti

FIGISC è la Federazione italiana che tutela i gestori degli impianti di carburante.La Federazione è da sempre attenta alle problematiche del settore,ed esercita un’attività di consulenza e assistenza a favore degli associati.

FIGISC tutela i rapporti degli associati con le diverse compagnie petrolifere, organizza incontri di categoria e si pone come obiettivo il dare risalto alla figura professionale dei gestori, anche attraverso un programma di corsi di formazione utili ad adempiere le incombenze burocratiche.

Consiglio Direttivo
Ermanno Allocco Presidente
Urbano De Angelis Consigliere
Pietro Zoccorato Consigliere
Massimo Fresia Consigliere
Giancarlo Gallesio Consigliere
Pierpaolo Alberto Consigliere

Figisc-Confcommercio: la Cassazione conferma il valore giuridico degli accordi sindacali nel settore distribuzione carburanti

La recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 21178/2025) rappresenta un passaggio fondamentale per l’intero comparto della distribuzione carburanti. Con questa decisione, la Suprema Corte ha confermato il principio secondo cui gli accordi aziendali sottoscritti dalle compagnie petrolifere con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei gestori hanno piena efficacia vincolante, anche nei confronti delle imprese subentranti nella gestione della rete.

La vicenda trae origine da una controversia relativa all’applicazione dell’Accordo Aziendale Esso Italia del 2014, siglato con le associazioni di categoria FIGISC, FAIB e FEGICA. La Cassazione ha stabilito che tali intese, stipulate ai sensi del D.Lgs. 32/1998 e della L. 57/2001, costituiscono regolamentazione collettiva obbligatoria dei rapporti contrattuali ed economici, garantendo uniformità e tutela dei gestori e rendendo nulle eventuali clausole difformi inserite nei contratti individuali. Figisc-Confcommercio accoglie con grande soddisfazione questa pronuncia, che ribadisce il ruolo centrale delle associazioni di rappresentanza maggiormente rappresentative nella definizione degli equilibri contrattuali tra compagnie e gestori. Si tratta di un riconoscimento fondamentale della funzione di mediazione e tutela che il sindacato svolge a favore della categoria, evitando disparità di trattamento e rafforzando il sistema di relazioni industriali.

Questa decisione – sottolinea Figisc-Confcommercio – conferma che senza accordi collettivi stipulati con le organizzazioni sindacali più rappresentative, il sistema distributivo rischierebbe di essere esposto a pratiche unilaterali e inique. La Cassazione ha chiarito che gli accordi sindacali sono parte integrante della regolamentazione del settore e che hanno valore cogente anche nei confronti delle imprese che subentrano nelle reti di distribuzione”.

Figisc-Confcommercio continuerà a operare con responsabilità e fermezza per assicurare che tali principi siano rispettati e pienamente applicati, a tutela dei gestori e della corretta concorrenza nel mercato.

La decisione della Cassazione comporta, al di là del caso specifico, la tutela del principio della validità degli accordi stipulati anche in presenza di cessione dell’azienda: come immediato aspetto pratico, l’accordo stipulato tra le Organizzazioni dei Gestori ed EG Italia continua ad avere valore anche dopo che il Consorzio ha rilevato la rete, finché non intervenga un nuovo accordo negoziato con la nuova proprietà.

Sicurezza nei distributori di carburante: serve subito un tavolo al Ministero dell’Interno

Figisc-Confcommercio esprime cordoglio per l’uccisione del Brigadiere Carlo Legrottaglie

Figisc e Anisa Confcommercio esprimono il più profondo cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia del Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, caduto questa mattina in servizio a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, durante un inseguimento seguito a una rapina presso un impianto di distribuzione carburanti. La nostra solidarietà va anche a tutta l’Arma dei Carabinieri, presidio imprescindibile di legalità e sicurezza su tutto il territorio nazionale.

Questo tragico evento conferma quanto denunciamo da tempo: le stazioni di servizio carburanti sono divenute bersagli ricorrenti della criminalità, luoghi dove troppo spesso si consumano violenze, aggressioni e rapine. È inaccettabile che in un settore strategico come quello della distribuzione carburanti si continui a operare in condizioni di rischio quotidiano, senza strumenti e misure adeguate di prevenzione.

Per questo rilanciamo con forza la richiesta di un tavolo permanente presso il Ministero dell’Interno, con la partecipazione delle associazioni di categoria, delle forze dell’ordine e dei rappresentanti istituzionali, affinché le stazioni di servizio diventino davvero “isole sicure” per chi vi lavora e per tutti i cittadini.

Non possiamo aspettare che altre tragedie accadano. È tempo di agire.

Figisc-Confcommercio, Impianti di carburanti a rischio sicurezza

“Ci voleva una vittima per riportare all’attenzione pubblica il tema della sicurezza negli impianti.” - Così dichiara la FIGISC Confcommercio dopo il tragico omicidio, avvenuto ad Ardea, di un gestore di impianto di distribuzione carburanti durante un tentativo di rapina.

“È inaccettabile – prosegue la Federazione – che chi svolge quotidianamente un servizio di pubblica utilità, come quello garantito dai nostri gestori carburanti, debba farlo in
condizioni di crescente insicurezza.”

La FIGISC Confcommercio chiede l’immediata attivazione di un tavolo di confronto con il Ministero dell’Interno e con l’Unione Petrolifera, per individuare misure concrete ed efficaci a tutela degli operatori del settore.

In Italia sono attivi oltre 10.000 impianti di distribuzione carburanti tra stradali e autostradali, molti dei quali operativi 24 ore su 24, soprattutto lungo tangenziali e arterie ad
alta percorrenza. Su questi piazzali lavorano quotidianamente oltre 35.000 addetti, che garantiscono un servizio essenziale alla mobilità del Paese.

“A questi lavoratori – conclude la FIGISC – deve essere garantito il diritto a lavorare in condizioni di sicurezza e serenità.”

Figisc-Confcommercio, Impianti di carburanti a rischio sicurezza

“Ci voleva una vittima per riportare all’attenzione pubblica il tema della sicurezza negli impianti.” - Così dichiara la FIGISC Confcommercio dopo il tragico omicidio, avvenuto ad Ardea, di un gestore di impianto di distribuzione carburanti durante un tentativo di rapina.

“È inaccettabile – prosegue la Federazione – che chi svolge quotidianamente un servizio di pubblica utilità, come quello garantito dai nostri gestori carburanti, debba farlo in condizioni di crescente insicurezza.”

La FIGISC Confcommercio chiede l’immediata attivazione di un tavolo di confronto con il Ministero dell’Interno e con l’Unione Petrolifera, per individuare misure concrete ed efficaci a tutela degli operatori del settore.

In Italia sono attivi oltre 10.000 impianti di distribuzione carburanti tra stradali e autostradali, molti dei quali operativi 24 ore su 24, soprattutto lungo tangenziali e arterie ad alta percorrenza. Su questi piazzali lavorano quotidianamente oltre 35.000 addetti, che garantiscono un servizio essenziale alla mobilità del Paese.

 “A questi lavoratori – conclude la FIGISC – deve essere garantito il diritto a lavorare in condizioni di sicurezza e serenità.”

Figisc su adeguamento prezzi Eni

Figisc-Confcommercio ha annunciato il 18 marzo scorso di avere presentato una proposta ad EniLive sulla nota questone dell’adeguamento prezzi, in conseguenza della comunicazione aziendale del 6 marzo che preavvisa la decisione di “sospendere, a far data dal 17 marzo 2025, la richiesta di adeguamento immediato (all’atto dell’apertura alle vendite dell’impianto e comunque entro le ore 8 del giorno in cui avrà decorrenza la variazione di listino) del rispetto del prezzo massimo conseguente alla variazione del prezzo consigliato, con conseguente cessazione del rimborso previsto dal citato accordo integrativo (del 23.02.2023)”.

Dall’annuncio di Figisc si stanno diffondendo alla categoria informazioni strumentalmente distorte e polemiche volte a delegittimarne anzitutto l’iniziativa, ma persino il diritto di tale organizzazione di avanzare proposte.

Rispetto ad un tanto - al di là di affermare che Figisc non ritiene di assoggettarsi alla cultura ed alla pratca del “pensiero unico” -, si ritiene giusto ribadire cosa Figisc ha proposto ad EniLive, la quale si è dichiarata favorevole (e forse proprio questa viene ritenuta la “colpa”), nonché disponibile a sottoscrivere una integrazione di accordo in tal senso, da mettersi in atto sollecitamente previa estensione della proposta anche alle altre organizzazioni di categoria per la loro valutazione.

I fatti sono che EniLive è ritornata (“É bene subito chiarire che si tratta di una decisione legittma, esplicitamente prevista dagli Accordi vigenti”, non siamo solo noi a dirlo!) al regime dei famosi “tre giorni” per adeguare il prezzo in caso di sua diminuzione, ossia alle condizioni previste dall’accordo del 07.07.2021: un accordo formulato e sottoscritto anche da chi oggi, a distanza di cinque anni, considera quella clausola “una forzatura”.

Tale regime, non è cosa nuova, ha le sue belle criticità: una tempistica stretta, in cui è difficile per tanti gestori della rete, a causa di drop elevati per le consegne, smaltire le giacenze senza perderci, in misura più o meno ampia a seconda dei litri che si hanno in pancia, quando i prezzi calano.

Rispetto a queste criticità, quale sarebbe la “colpa” di Figisc?

Quella di avere proposto che il gestore possa liberamente scegliere, in funzione della sua specifica situazione.

Scegliere liberamente se adeguare i prezzi in diminuzione entro il termine di tre giorni (come l’accordo sottoscritto da tutte le sigle con EniLive prevede quale unica prescrizione) oppure scegliere di adeguarli subito e quindi richiedere il rimborso per le giacenze all’azienda quando le variazioni in meno del prezzo sono superiori alle variazioni in più (trattenendo il suo in caso di saldo positivo), con una periodicità di quattro mesi.

Un ulteriore dettaglio della proposta è quella che l’azienda fornisca una copertura economica per non inttaccare il margine per il periodo (nell’arco dei 4 mesi) in cui può accadere di attivare la richiesta di rimborso (a titolo di cronaca, dal 2022 ad oggi, la media delle variazioni “normali” dei prezzi – ossia senza considerare variazioni dovute a modifiche di accisa come nel 2022 e ad inizio 2023 – sono pari a 1,5 centesimi tanto in aumento che in calo, ossia si equivalgono).

Certo vi è da discutere, e chissà per quanto, di drop, di giorni di smaltimento, di competitività dei prezzi del marchio, ma, intanto, bisogna cercare di trovare una soluzione ad un problema immediato. È esattamente per questo tentativo che siamo diventati bersaglio di attacchi polemici?

Il Consiglio dei Ministri rinvia l'esame del DDL carburanti per approfondimenti sulle criticità emerse e sottolineate, ripetutamente, dalla Categoria ed ignorate dal MIMIT

Uno spiraglio per riprendere a ragionare ed approdare ad una riforma condivisa da tutto il settore

Si apre - o, almeno, così sembra - uno spiraglio nel lungo confronto che, nel corso dell’ultimo anno, ha visto impegnata la Categoria con le rappresentanze delle compagnie petrolifere e dei retisti privati.

La chiusura di qualche (individuata) compagnia ha reso impossibile raggiungere un obiettivo che sembrava alla portata e che avrebbe consegnato a Governo e Parlamento -unitamente alle Risoluzioni promosse da maggioranza e opposizione e tutte approvate all’unanimità dalla X Commissione della Camera - di avere a disposizione un prezioso strumento per incardinare la Riforma di cui il settore ha bisogno.

Al Mimit, invece, non sono proprio riusciti a cogliere questo passaggio, ed hanno preferito arroccarsi in una strenua difesa di posizioni - a volte anche anacronistiche - che, come si è visto, prima hanno avuto il provvedimento negativo del Consiglio di Stato ed ora si sono infrante sull’evidente necessità di approfondimento di tematiche che non possono essere liquidate senza una preventiva condivisione di massima da parte delle rappresentanze delle forze sociali interessate. Cosa che Figisc/Anisa-Confcommercio e le altre federazioni di categoria hanno sempre chiesto ottenendo, in risposta, solo rifiuti al confronto (ma solo con le Organizzazioni di Categoria).

Ora la situazione cambia ed i temi possono essere affrontati da un’altra prospettiva: abbiamo la necessità, come settore, di costruire un’ipotesi di Riforma condivisa che - pur tenendo nel debito conto i desiderata del Governo - vada nel verso della facilitazione della transizione energetica e nella valorizzazione di nuovi carburanti. Con ampliamento dell’offerta all’utenza, del mantenimento del servizio (che, lo ricordiamo, costa 3,5 € cent/litro) nel territorio (soprattutto nelle zone più svantaggiate) e nella difesa degli aspetti sociali legati alla riduzione della rete.

Insomma non una Riforma che, come emerge dal testo presentato al CdM, sembra tenere conto dei problemi sollevati dalla Categoria, ma finisce per declinarli in maniera tale che, una norma che dovrebbe essere universale (magari a difesa della parte contrattualmente più debole), finisce per avvantaggiare una sola Parte (non i Gestori).
Sullo sfondo rimane un solo soggetto economico (ma in buona compagnia) che da sempre ha lavorato, nell’ombra, per far fallire la Riforma ove questa non fosse stata sovrapponibile al suo progetto di riassetto complessivo.

Ciononostante Figisc-Confcommercio è pronta - e si mette immediatamente a disposizione del Governo - per riprendere il lavoro dal punto nel quale è stato lasciato ma, senza veti e senza forzature per dimostrare tesi precostituite. A queste condizioni Figisc c'è.

Siglato l'accordo collettivo aziendale tra Eurogarage Italia (marchio Esso) e le organizzazioni dei gestori, tra cui Figisc, per il gestore commissionario

Una significativa e concreta conferma della figura del gestore degli impianti di carburanti in contrapposizione a chi nel settore mira a forme contrattuali anomale e di basso profilo

Nei giorni scorsi le Organizzazioni dei gestori italiani, tra cui Figisc, hanno sottoscritto con la Eurogarages Italia spa, la più grande rete di impianti a Marchio Esso, l’Accordo per definire le condizioni economiche e contrattuali dei Gestori “Commissionari”.

Nell’esprimere grande soddisfazione per l’Accordo citato, giunto al termine di un intenso percorso negoziale iniziato a settembre scorso, il Presidente di Figisc manifesta il proprio apprezzamento per il Gruppo dirigente di EG che ha fortemente voluto condividere la conferma del ruolo insostituibile del Gestore, al centro della strategia commerciale, in un contesto in cui appaiono distorsioni e anomalie contrattuali del mercato della distribuzione carburanti volte a destabilizzare il settore, con strategie miopi quanto fallaci.

E ancora più significativo il fatto che trattasi di un Accordo collettivo aziendale siglato con il più importante “retista privato” del settore.

È proprio con la individuazione di regole certe, di rispetto per tutti gli attori della filiera, con la consapevolezza che le microimprese di gestione di un impianto carburanti debbono avere dignità contrattuali e condizioni economiche adeguate, che si può competere nel mercato, contando su partner affidabili e non inquadrando il soggetto che conduce gli impianti come un antagonista.

In questa ottica e con questi obiettivi, l’Accordo con EG sul Gestore-Commissionario, definito in un corretto confronto negoziale nell’ambito delle normative vigenti in tema di contrattazione nazionale, appare sempre più innovativo, capace di dare flessibilità alle politiche commerciali, in totale e coraggiosa controtendenza rispetto a chi, invece, intende operare in assoluta autonomia, disconoscendo le regole del confronto e della discussione.

Nei prossimi giorni, le Organizzazioni dei gestori italiani, tra cui Figisc, si attiveranno per organizzare degli incontri sul territorio per illustrare ai Gestori gli aspetti e le opportunità che l’Accordo contiene, nella prospettiva di dare al comparto della distribuzione carburanti modelli contrattuali concertati, in linea con la normativa speciale di settore, in grado di contrastare chi intende continuare a muoversi, di converso, nell’ambito di temerarie costruzioni giuridiche che nascondono ampie sacche di illegalità.

Il Consiglio di Stato, con sentenza appena depositata, accoglie il ricorso presentato dalla nostra federazione contro il cartello del prezzo medio. Cancellato l'articolo 7 del DM Urso.

Se le nostre federazioni avevano ragione fino ad avventurarsi in un lungo contenzioso giudiziario, ora, chi ha negato l'evidenza dovrebbe trarre le conclusioni

In attesa di un più ragionato e dettagliato commento, Fegica e Figisc ritengono che, intanto, debba essere resa nota la determinazione del Consiglio di Stato che ha accolto quella parte del ricorso riguardante il “Prezzo Medio” regionale e Nazionale, abrogando, per intero, l’articolo 7 del contestato Decreto (anche per la parte sanzionatoria).

È una vittoria della Categoria che, dopo aver offerto disponibilità e collaborazione a trovare soluzioni compatibili con un’attività -quella svolta dai Gestori- che è stata considerata come ininfluente, si è trovata di fronte a “immarcescibili” chiusura ed alla volontà del Governo (e del Ministro Urso, confortato dal suo Ufficio Legislativo) di andare comunque avanti. Ignorando anche le azioni sindacali promosse da Fegica e Figisc.

È una vittoria della ragione che non si è lasciata piegare ad interessi di parte e non si è prestata ad essere scambiata con acquiescenza o rapporti (più o meno) preferenziali: i diritti sono i diritti della Categoria e non sono negoziabili; la collaborazione e la costruttività intorno al tavolo di confronto istituzionale, non è mai stata (e continua a non essere) in discussione, senza per questo rinunciare ad esercitare il ruolo.
È una vittoria di ogni singolo Gestore -soprattutto quelli che hanno subito l’onta della vessazione o le multe per 15 minuti di ritardo- che, attraverso le Organizzazioni di rappresentanza -Fegica e Figisc- hanno creduto che ottenere ragione fosse possibile (e non improponibile).

Ora il Governo e, soprattutto, il Ministro Urso (e il suo ufficio legislativo) devono prendere atto della nuova realtà disegnata dal provvedimento del Consiglio di Stato e procedere di conseguenza. Magari affrontando dialetticamente e senza forzature, con le rappresentanze di Categoria i temi che più volte sono stati posti alla loro attenzione.

La vicenda dimostra che ingaggiare un “braccio di ferro” con la Categoria non determina il risultato atteso.
Noi, siamo, come sempre pronti al confronto ma senza l’imposizione di diktat.

Figisc-Confcommercio su prezzi benzina: “Calo da quotazioni internazionali, non da cartelli”

“Con buona pace del Ministro Urso non sono certo i cartelli con i prezzi medi ad aver fatto calare i prezzi, e non certo di ‘un terzo’, secondo le sue affermazioni, ma di alcuni cent, spostando l’asticella da 2 euro a poco più di 1,9”: così in una nota Figisc-Confcommercio, Federazione nazionale dei gestori carburante, sulle dichiarazioni di oggi del ministro Urso sui prezzi della benzina.

“Le ragioni – prosegue Figisc - vanno cercate in una diminuzione delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati per autotrazione, peraltro ancora in una fase di volatilità a causa della situazione in Medio Oriente. Anche gli aumenti del greggio di questi giorni non hanno influito pesantemente, perché chi decide i prezzi - le compagnie, non certo i benzinai - ha scelto di tenere un profilo basso sui margini, almeno in questa fase”.

Sostenere che è il cartello a far diminuire i prezzi, secondo Figisc, è pura narrazione propagandistica: se il cartello, finora, non li ha fatti aumentare verso l’alto per effetto di un riallineamento verso la media, certamente non li ha fatti diminuire. Il meccanismo dei prezzi funziona sulle quotazioni dei prodotti, sul tasso di cambio e sul mantenimento di un livello stabile dei costi e margini del complesso sistema distributivo.

“Non è un inutile pezzo di carta o di plastica, con un numero di pura astrazione statistica a determinare il mercato - conclude Figisc - ed è fuorviante ed irresponsabile illudere il consumatore con questa narrazione.”

Cartello dei prezzi: un provvedimento ancora in giudicato

I prezzi aumentano ed il cartello, inutile per i consumatori, non li fa scendere

Sulla questione del cartello dei prezzi medi dei carburanti, il Consiglio di Stato ha invitato il TAR del Lazio ad una "sollecita fissazione dell'udienza di trattazione del merito del ricorso" (a suo tempo presentato da FEGICA e FIGISC-Confcommercio avverso al provvedimento governativo dell'obbligo di esposizione dell'ulteriore cartello) in quanto le questioni di legittimità costituzionale prospettate dai ricorrenti "meritano l'approfondimento tipico della fase di merito" e la "necessità di valutare in profondità l'adeguatezza della misura" (anche con riferimento a rilievi di legittimità costituzionale proposti).

Questo è quanto fanno sapere in una nota congiunta le Organizzazioni di categoria dei gestori che evidenziano come la vicenda sia ancora sotto esame e che l'intero provvedimento, a tutti gli effetti operativo dall'inizio di agosto, si fondi su profili giuridici tutt'altro che scontati, specie in relazione alle sanzioni più penalizzanti.

La nota di FEGICA e FIGISC-Confcommercio ricorda, altresì, come dal 1° agosto i prezzi di benzina e gasolio siano aumentati (in media aritmetica tra le regioni) tra i 4 della benzina e i 9 cent/litro del gasolio, corrispondenti circa all'intervenuto aumento nello stesso lasso di tempo delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati.

Ma se la funzione del cartello - secondo quanto affernati dal Governo - doveva essere quello di "far abbassare i prezzi", l'aumento si rivela sia una palmare dimostrazione della sua evidente inutilità per il consumatore, sia, per contro, una conferma dei timori espressi dall'Antitrust che la diffusione del dato del prezzo medio - citazione testuale - può "determinare effetti negativi, facilitando la convergenza degli operatori su politiche di prezzo sostanzialmente allineate intorno a un comune indicatore di riferimento".

La tensione sui prezzi e le vere cause del loro aumento - secondo le Organizzazioni dei gestori - necessitano di interventi organici, anche, se compatibili, di ordine fiscale, non certamente di una banale "caccia alle streghe" che diffonde l'idea che i prezzi aumentano, ancora una volta, a causa dei "soliti" benzinai mariuoli. Per inciso, i prezzi superiori alla media nel mese di agosto sono solo il 3,4% di tutti i prezzi self praticati dai punti vendita.

E, a proposito delle intense attività degli Organi di controllo svolto nelle ultime settimane nella rete distributiva - concludono FEGICA  e FIGISC-Confcommercio -, si investe molta attività degli organi di controllo sui prezzi (rarissime eccezioni) che risultano eccezionalmente elevati (e dai quali i consumatori si tengono lontani), mentre vi sono ampie zone "grigie" di mancata comunicazione dei prezzi, così come prezzi inusualmente bassi e difficilmente compatibili con la sostenibilità di tutti i costi ed imposte che gravano mediamente sul carburante: questa la direzione verso cui sarebbe assai più utile indirizzare l'investigazione.

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