Figisc-Anisa

Figisc-Anisa
FIGISC è la Federazione italiana che tutela i gestori degli impianti di carburante.La Federazione è da sempre attenta alle problematiche del settore,ed esercita un’attività di consulenza e assistenza a favore degli associati.
FIGISC tutela i rapporti degli associati con le diverse compagnie petrolifere, organizza incontri di categoria e si pone come obiettivo il dare risalto alla figura professionale dei gestori, anche attraverso un programma di corsi di formazione utili ad adempiere le incombenze burocratiche.
Ermanno Allocco | Presidente |
Urbano De Angelis | Consigliere |
Pietro Zoccorato | Consigliere |
Massimo Fresia | Consigliere |
Giancarlo Gallesio | Consigliere |
Pierpaolo Alberto | Consigliere |
Figisc-Confcommercio su prezzi benzina: “Calo da quotazioni internazionali, non da cartelli”
“Con buona pace del Ministro Urso non sono certo i cartelli con i prezzi medi ad aver fatto calare i prezzi, e non certo di ‘un terzo’, secondo le sue affermazioni, ma di alcuni cent, spostando l’asticella da 2 euro a poco più di 1,9”: così in una nota Figisc-Confcommercio, Federazione nazionale dei gestori carburante, sulle dichiarazioni di oggi del ministro Urso sui prezzi della benzina.
“Le ragioni – prosegue Figisc - vanno cercate in una diminuzione delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati per autotrazione, peraltro ancora in una fase di volatilità a causa della situazione in Medio Oriente. Anche gli aumenti del greggio di questi giorni non hanno influito pesantemente, perché chi decide i prezzi - le compagnie, non certo i benzinai - ha scelto di tenere un profilo basso sui margini, almeno in questa fase”.
Sostenere che è il cartello a far diminuire i prezzi, secondo Figisc, è pura narrazione propagandistica: se il cartello, finora, non li ha fatti aumentare verso l’alto per effetto di un riallineamento verso la media, certamente non li ha fatti diminuire. Il meccanismo dei prezzi funziona sulle quotazioni dei prodotti, sul tasso di cambio e sul mantenimento di un livello stabile dei costi e margini del complesso sistema distributivo.
“Non è un inutile pezzo di carta o di plastica, con un numero di pura astrazione statistica a determinare il mercato - conclude Figisc - ed è fuorviante ed irresponsabile illudere il consumatore con questa narrazione.”
Cartello dei prezzi: un provvedimento ancora in giudicato
Sulla questione del cartello dei prezzi medi dei carburanti, il Consiglio di Stato ha invitato il TAR del Lazio ad una "sollecita fissazione dell'udienza di trattazione del merito del ricorso" (a suo tempo presentato da FEGICA e FIGISC-Confcommercio avverso al provvedimento governativo dell'obbligo di esposizione dell'ulteriore cartello) in quanto le questioni di legittimità costituzionale prospettate dai ricorrenti "meritano l'approfondimento tipico della fase di merito" e la "necessità di valutare in profondità l'adeguatezza della misura" (anche con riferimento a rilievi di legittimità costituzionale proposti).
Questo è quanto fanno sapere in una nota congiunta le Organizzazioni di categoria dei gestori che evidenziano come la vicenda sia ancora sotto esame e che l'intero provvedimento, a tutti gli effetti operativo dall'inizio di agosto, si fondi su profili giuridici tutt'altro che scontati, specie in relazione alle sanzioni più penalizzanti.
La nota di FEGICA e FIGISC-Confcommercio ricorda, altresì, come dal 1° agosto i prezzi di benzina e gasolio siano aumentati (in media aritmetica tra le regioni) tra i 4 della benzina e i 9 cent/litro del gasolio, corrispondenti circa all'intervenuto aumento nello stesso lasso di tempo delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati.
Ma se la funzione del cartello - secondo quanto affernati dal Governo - doveva essere quello di "far abbassare i prezzi", l'aumento si rivela sia una palmare dimostrazione della sua evidente inutilità per il consumatore, sia, per contro, una conferma dei timori espressi dall'Antitrust che la diffusione del dato del prezzo medio - citazione testuale - può "determinare effetti negativi, facilitando la convergenza degli operatori su politiche di prezzo sostanzialmente allineate intorno a un comune indicatore di riferimento".
La tensione sui prezzi e le vere cause del loro aumento - secondo le Organizzazioni dei gestori - necessitano di interventi organici, anche, se compatibili, di ordine fiscale, non certamente di una banale "caccia alle streghe" che diffonde l'idea che i prezzi aumentano, ancora una volta, a causa dei "soliti" benzinai mariuoli. Per inciso, i prezzi superiori alla media nel mese di agosto sono solo il 3,4% di tutti i prezzi self praticati dai punti vendita.
E, a proposito delle intense attività degli Organi di controllo svolto nelle ultime settimane nella rete distributiva - concludono FEGICA e FIGISC-Confcommercio -, si investe molta attività degli organi di controllo sui prezzi (rarissime eccezioni) che risultano eccezionalmente elevati (e dai quali i consumatori si tengono lontani), mentre vi sono ampie zone "grigie" di mancata comunicazione dei prezzi, così come prezzi inusualmente bassi e difficilmente compatibili con la sostenibilità di tutti i costi ed imposte che gravano mediamente sul carburante: questa la direzione verso cui sarebbe assai più utile indirizzare l'investigazione.
Figisc-Confcommercio: "Tempesta internazionale per i prezzi, ma non sarà il cartello del prezzo medio a farli scendere"
"Le forti tensioni sui prezzi dei carburanti che si registrano in questi giorni sono effetto della situazione internazionale dei mercati» dichiara Figisc, federazione dei benzinai Confcommercio, «Sotto l’effetto dei tagli alla produzione, dell’aumento della domanda, del decrescere delle scorte e di un gap della raffinazione dei prodotti raffinati del 20 % rispetto alla domanda, questa è purtroppo la conseguenza alla pompa, una conseguenza allargata al mondo intero e non certo solo al nostro Paese».
"Da quando i prezzi hanno cominciato a salire gradatamente, ossia dal 17 maggio, al 30 luglio le quotazioni dei prodotti raffinati sono salite per la benzina da 0,560 a 0,666 euro/litro, con un salto di 0,106 euro/litro (=0,129 con IVA), e per il gasolio da 0,550 a 0,678 euro/litro, con un incremento pari a 0,128 euro/litro (=0,156 con IVA) – spiega BEARZI - nello stesso intervallo, i prezzi alla pompa sono cresciuti così: benzina in modalità self, da 1,812 a 1,912 euro/litro, con aumento di +0,100, in modalità servito, da 1,963 a 2,059 euro/litro, con incremento pari a +0,096; gasolio in modalità self, da 1,656 a 1,766 euro/litro, con crescita di +0,110, in modalità servito, da 1,811 a 1,914 euro/litro, con incremento pari a +0,103, in altre parole il prezzo alla pompa è cresciuto di qualche centesimo in meno rispetto al trend del mercato".
Secondo Figisc, ci troviamo di fronte ad un’altra tempesta dei prezzi che nulla ha a che fare con supposte manovre speculative sulla mobilità d’agosto degli italiani, e sostenere queste tesi significa creare complottismo e disinformazione sulle vere ragioni degli aumenti.
"Ma anche che si parli del famoso “cartello del prezzo medio”, che va in vigore da domani, come strumento miracoloso che farebbe addirittura diminuire i prezzi è fuorviante e persino ingannevole se intende convincere il consumatore che un cartello riesca ad annullare gli effetti della tensione che ha motivazioni e diffusione internazionale." conclude Figisc-Confcommercio "Peraltro, in un regime di prezzi liberalizzati da trent’anni il “prezzo medio" ha un valore solo astratto e non costituisce nessun diritto per il consumatore di esigere "quel" prezzo; anzi, come ha spiegato Antitrust il rischio è che i prezzi oggi più convenienti tendano ad allinearsi ad un livello più alto. Insomma, il cartello, in questa fase e per le motivazioni già dette, non solo non aiuta ma non c’entra proprio nulla!"
Comunicato Gestori Impanti Stradali Carburanti
La quarta sezione del TAR del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva urgente dell'obbligo di esporre il cartello del prezzo medio dei carburanti dal primo agosto, In merito le Associazioni di rappresentanza dei Gestori Fegica e Figisc Confcommercio, annunciano l'appello immediato al Consiglio di Stato, auspicando l'accoglimento delle motivazioni che le hanno indotte a presentare il ricorso avverso i provvedimenti governativi. In questo senso, prosegue il comunicato, Fegica e Figisc confermano la propria ferma determinazione diretta alla tutela, in ogni sede, dei legittimi diritti di una Categoria che non ha, come noto ormai a tutti, nessuna possibilità di incidere sul prezzo finale dei carburanti e, nonostante tale accertata evidenza, risulta destinataria di nuove norme e nuovi obblighi, di cui ribadiscono l’assoluta inutilità e la devianza del cartello del “prezzo medio”, che non porterà alcun vantaggio ai consumatori, ma come, più volte espresso dalla stessa AGCM, è incompatibile ai fini della concorrenza.
Figisc-Confcommercio: Prezzi carburanti: niente speculazioni estive, sono stabili e sotto gli aumenti internazionali dei prodotti raffinati
"Come di consueto, nel periodo estivo si riaccendono le polemiche inutili sul prezzo dei carburanti" dichiara FIGISC-CONFCOMMERCIO, l’associazione di categoria dei gestori delle pompe di carburanti "Secondo la tesi di alcune associazioni di consumatori “le compagnie ne approfittano per aumentare i listini della benzina e del gasolio, tanto sanno che gli automobilisti in partenza dovranno pagare comunque", secondo il consueto copione complottista di ogni estate, Pasqua e Natale».
Il Sindacato dei benzinai invita a guardare i numeri veri: la benzina a fine giugno costava in self in media 1,849 euro/litro, 1,851 presso le pompe delle petrolifere, in servito in media 2,000 euro/litro e 2,027 dai punti vendita delle compagnie; a ieri (17 luglio) i prezzi erano in self rispettivamente 1,866 e 1,870 ed in servito 2,015 e 2,043; la differenza è per il self di +0,017 e di +0,019, a seconda che si parli della media generale (incluse le pompe bianche) o dei prezzi delle petrolifere, al servito la differenza è +0,015 e +0,016 euro/litro.
Se si parla di gasolio, a fine giugno costava in self in media 1,690 euro/litro, 1,692 presso le pompe delle petrolifere, in servito in media 1,845 euro/litro e 1,871 dai punti vendita delle compagnie; a ieri (17 luglio) i prezzi erano in self rispettivamente 1,713 e 1,717 ed in servito 1,866 e 1,894; la differenza è per il self di +0,023 e di +0,025, a seconda che si parli della media generale (incluse le pompe bianche) o dei prezzi delle petrolifere, al servito la differenza è +0,021 e +0,023.
"Nello stesso periodo (ossia dal 30 giugno al 17 luglio)» precisa Figisc «la quotazione dei prodotti raffinati sul mercato del Mediterraneo (sulla cui base viene formato il prezzo nella filiera) è aumentata da 0,566 a 0,598 euro/litro per la benzina e da 0,555 a 0,589 per il gasolio: per la prima l’aumento è di +0,032 euro/litro, che con IVA diventa +0,038, per il secondo l’incremento è di +0,034 euro/litro (+0,041 con IVA). A ben vedere, pertanto, le quotazioni sono aumentate più di quanto sia aumentato il prezzo alla pompa, che rimane sotto la crescita dei raffinati tra 0,018 e 0,020 euro/litro".
"I prezzi della benzina al servito attorno (poco sotto o sopra) ai 2 euro/litro vanno avanti da mesi – con una fase attorno a 1,970-1,980 tra i primi di maggio ed i primi di giugno -» conclude Figisc «ma qualcuno se ne accorge solo adesso per montare l’abituale diatriba balneare e per rinverdire la “soglia psicologica” dei 2 euro. Magari anche ricordiamo che di 2,00 euro/litro di benzina servito, 1,090 sono tasse: ossia accisa ed IVA, e che per il benzinaio restano 0,050 euro/litro, qualsiasi sia il prezzo finale. Se d’estate non si sa di cosa scrivere, magari evitiamo di riciclare vecchie veline!"
Sottoscritto l'accordo fra Fegica-Figisc-Faib e la Italiana Petroli
Ora si apre un nuovo capitolo dei rapporti fra i gestori e la compagnia che, in un quadro instabile, fissa principi e criteri che rappresentano, per i gestori, una garanzia per il futuro
Dopo una trattativa che è durata circa 6 mesi, finalmente raggiunta l’Intesa che regolerà i rapporti fra IP e Gestori fino al 30 Giungo 2026, novando un Accordo appena scaduto (che di per sé è già una novità).
Forse si sarebbe potuto raggiungere l’Intesa anche prima ma, come sempre accade, è nei dettagli che si annida qualche ritardo.
Figisc e Fegica, che hanno voluto fortemente l’Accordo, esprimono soddisfazione e sottolineano come questa Intesa rappresenti un ulteriore passo nella stabilizzazione dei rapporti fra Azienda e Gestori, già novati con l’Accordo del 2020.
Si tratta di guardare al futuro e mostrare attenzione alla Categoria -con interventi concreti- ed all’evoluzione delle problematiche dell’intero settore: si trattava di fare uno sforzo che mettesse al centro non le sole questioni economiche (che pure sono state rivalutate significativamente) ma anche l’esame critico del governo degli sviluppi economico-normativi (nazionali ed europei) che porteranno, nel giro di pochi anni, ad una vera e propria rivoluzione del settore.
Figisc e Fegica, sono convinte che i processi di trasformazione o si governano stando all’interno dei processi stessi o si subiscono. Passivamente.
Per questo motivo le due Federazioni hanno ritenuto che il punto di caduta raggiunto il 22 di Giugno con IP possa, a ragione, essere considerato non come mero approdo di una vicenda che ha origini lontane e sbiadite ma un nuovo inizio dei rapporti con la controparte (in questo caso IP).
La visione un po’ stucchevole che tutto ha inizio e fine con il “margine” senza porsi il problema di cosa accadrà domani e senza preoccuparsi se nei prossimi mesi (anni) l’impianto rimarrà o quale sarà il mix delle vendite fra self e servito, con questo Accordo e con la riconferma di un unico Margine viene definitivamente liquidata.
Il “margine unico” (nei nuovi valori) non è un vezzo da contrapporre a chi, ancora, nega questa possibilità e costringe i Gestori a defatiganti maratone per consolidare -spingendo all’esasperazione le vendite in modalità servita- un bilancio minimo. Soprattutto in una fase di servito calante (in consolidamento).
Le vendite in servito -incassato il margine unico- devono rappresentare -come in IP- un “premio” che si aggiunge al margine: non una parte del margine!
In questo sta la soddisfazione che Figisc e Fegica hanno espresso, al momento della firma, anche al Direttore Vendite dell’Azienda che ha avuto la coerenza, insieme al suo staff, di continuare sulla strada che era già stata tracciata (ma non seguita da altri).
Ora si apre un’altra stagione e sarà difficile -per gli amanti del doppio/triplo margine- non fare i conti con una realtà che ha trovato e trova applicazione nella prima rete -per punti di vendita- che opera in Italia.
Ci sono poi, altri elementi che saranno illustrati nel corso di specifiche riunioni che si terranno alla presenza dell’Azienda e delle Organizzazioni di Categoria, per illustrare i contenuti dell’Accordo.
Come preannunciato, in coerenza con gli impegni assunti nei confronti della Categoria, Figisc e Fegica attivano l'iniziativa legale contro il prezzo medio codificato nel decreto attuativo della Legge 23/2023
Avevamo assunto l’impegno di portare avanti questa battaglia su un provvedimento ingiusto ed iniquo, che non ha alcuna giustificazione strategica per essere emanato.
Non è stato sufficiente rappresentare al Governo ed al MiMIT le contraddizioni di questo provvedimento che moltiplica gli adempimenti, gravando il settore di un ulteriore onere improprio senza che ciò favorisca il contenimento dei prezzi al pubblico che non sembrano essere di interesse.
La stessa Antitrust, in pubblica audizione alla X Commissione della Camera dei Deputati, ha sottolineato il rischio di un “vulnus” al principio della concorrenza senza che ciò lasci ipotizzare un vantaggio per i consumatori. Neppure questa posizione -autorevole e terza- è stata presa in considerazione ed il ministero ha tirato dritto anche “rimangiandosi” assicurazioni che aveva fornito a tutti gli operatori del settore.
Di fronte a tale spavaldo modo di affrontare questioni delicate per la vita di migliaia di Gestori ed essenziali per la sopravvivenza di migliaia di lavoratori impegnati nella distribuzione carburanti, dopo gli scioperi ed i moniti giusti da più parti; dopo gli emendamenti cancellati in sede di conversione del DL; dopo gli ordini del giorno parlamentari disattesi; dopo aver lanciato nell’agone il tema della “riforma del settore” come tentativo di distrazione, a Fegica e Figisc non è rimasto altro che rivolgersi alla Magistratura Amministrativa affinché verificasse se l’Amministrazione, con il Decreto, sia andata, con un eccesso di zelo, al di là dei propri poteri e finanche della volontà del legislatore.
Fegica e Figisc intendono chiarire, inoltre, che quella dei Gestori è l’unica Categoria -in Italia ed in Europa- che già oggi è obbligata a comunicare -settimanalmente- a pena di sanzioni, ad un Osservatorio Pubblico, i prezzi effettivamente praticati per un prodotto che ha già assolto, a monte l’accisa dovuta allo Stato e per la cui distribuzione hanno un margine medio di circa 3 €cent/lt.
Ma lo stesso obbligo non è previsto neppure per i farmaci salva vita, per i beni di prima necessità (anche ad Iva agevolata) e neppure per i rifornimenti dei veicoli elettrici che sono penalizzati dall’opacità del prezzi a vantaggio dei produttori di tale “carburante”.
L’impressione è che si voglia colpire una sola Categoria ledendo la dignità dei Gestori ma anche scrivendo una brutta pagina su decisioni “di potere” discriminatorie assunte non a favore dei cittadini ma contro una sola Categoria.
Il Governo impone la fiducia sul Decreto trasparenza
Nonostante tutta la filiera, gli esperti di settore e l’Antitrust, avessero “bocciato” il famigerato cartello del prezzo medio, nonostante tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione, compattamente, abbiano cercato una mediazione ragionevole, presentando emendamenti per cercare di “migliorare” un provvedimento nato “di pancia” su presupposti e dati oggettivi sbagliati ed incontrollati, il Governo si impunta, imponendo il voto fiducia sul Decreto, come fosse una questione di vita o di morte, continuando ad individuare i Gestori quali responsabili di una speculazione che non esiste al livello della fase finale della distribuzione.
I dati oggettivi sono che solo nel mese di Gennaio la GdF, con l’ausilio di 650 pattuglie, distolte da altre più serie attività, ha effettuato oltre 2.500 verifiche sugli impianti, (a fronte di circa 5000 controlli eseguiti in tutto il 2022), arrivando a sanzionare perfino la mancata esposizione di un cartello del prezzo medio, previsto dal Decreto che non solo deve essere ancora convertito, ma di cui mancano ovviamente i Decreti attuativi che dovranno individuare sia le modalità e le tempistiche del cartello sia l’elaborazione del famigerato “prezzo medio Regionale” che vi si dovrà esporre, in sostanza sanzionando la mancata presenza di un cartello in bianco.
Il tutto mentre nella zona grigia dei soggetti che non si sono mai iscritti al portale del Ministero si continua a non comunicare i prezzi praticati; mentre continuano le frodi fiscali; mentre, ad un livello più alto – e quindi inarrivabile da controllare – si sviluppano le speculazioni di ordine finanziario che si annidano nei mercati internazionali del greggio e dei prodotti raffinati.
A fronte di un tanto, a puro scopo mediatico, ci si accanisce proprio sulla parte della filiera che è, per vincoli commerciali ed economici, l’unica a non poter agire sul prezzo finale.
Figisc/Anisa Confcommercio, assieme ai propri gestori della rete stradale ed autostradale, esprime il più vivo disappunto per un esecutivo, che, in piena contraddizione, da un lato ha dichiarato pubblicamente che la Categoria non è responsabile di alcuna speculazione, mentre dall’altro la sottopone ad ulteriori controlli e sanzioni, sostenendo nei fatti le ragioni di una campagna denigratoria che la identifica ancora come la causa degli elevati prezzi dei carburanti portando avanti un’ideologia del “cartello” che non reca alcun beneficio, diritto od effetto pratico per gli automobilisti italiani, anzi semmai li espone al rischio di un allineamento dei prezzi verso l’alto e ad una riduzione della concorrenza.
Assieme al Colleghi delle altre Sigle Sindacali valuteremo ulteriori iniziative di protesta nei confronti del Governo.
Figisc-Confcommercio: "Profondamente delusi da emendamento del Governo"
“Profonda delusione rispetto alla presentazione dell’emendamento del Governo presso la X° Commissione che ribadisce e peggiora quanto già scritto nel D.L. “Trasparenza”.
Com’è possibile che il Governo non sappia valutare in modo logico, quanto hanno ribadito Antitrust, esperti di settore, ed Associazioni di Categoria rispetto all’obbligo della cartellonistica sul prezzo medio, che risulta inutile per la trasparenza, anzi rischierebbe di portare aumenti del prezzo a danno dei consumatori. Di fatto continua l’atteggiamento “punitivo” nei confronti della nostra categoria su cui graverebbero ulteriori oneri e sanzioni.” E’ il commento di Figisc, la federazione dei distributori di carburante e aree di servizio aderente a Confcommercio.
“Fin dal primo incontro a Palazzo Chigi con i Ministri Giorgetti e Urso ed il Sottosegretario Mantovano, - spiega Figisc - era stato dichiarato che i controlli e le sanzioni sarebbero stati orientati verso le cosiddette zone “grigie”: i circa 1700 impianti che non si sono mai iscritti all’Osservatorio Prezzi e non hanno mai trasmesso i prezzi, come invece fanno la stragrande maggioranza dei gestori, che in questo periodo si vedono invece investiti da una pressante azione di controllo da parte di ben ben 660 pattuglie della GdF. Invece – conclude Figisc-Confcommercio - nell’emendamento in oggetto non c’è traccia di controlli rispetto a quella parte della filiera che continua a fare i propri comodi.”
Il Governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. Avviata contro la Categoria una campagna mediatica vergognosa
Beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all’Erario oltre 13 miliardi di €uro/anno.
Per porre fine a questa “ondata di fango” contro una Categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le Associazioni dei Gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio.
Le motivazioni della protesta saranno illustrate nel corso di una Conferenza Stampa che si terrà Giovedì 19 gennaio 2023, presso l’hotel Nazionale (Piazza Montecitorio), con inizio alle ore 11.00’.
L’impressione che la Categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un Esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l’Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l’Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull’affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla Categoria.
E’ un imbroglio mediatico al quale le Organizzazioni di Categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei Gestori.