Decreto Rilancio: bene come prime risposte, ma attenzione alla burocrazia.

Decreto Rilancio: bene come prime risposte, ma attenzione alla burocrazia.

Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Ora il settore ha bisogno di una risposta positiva all’emendamento sulla svalutazione dei magazzini”.

“Eppur si muove – afferma Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio – a seguito della pubblicazione del Decreto ‘Rilancio’. È un dubbio che resiste a tutte le rassicurazioni che ci vengono date dal Governo in merito a questo provvedimento che fornisce sicuramente risposte alle nostre richieste, a partire dalla soppressione delle clausole di salvaguardia che avrebbero fatto scattare l’aumento dell’IVA nel 2021; ma soprattutto per i contributi a fondo perduto per le imprese, come le nostre, con ricavi inferiori a 5 milioni di euro e, questa volta, speriamo senza burocrazia; l’annullamento del versamento del saldo 2019 e della prima rata di acconto dell’IRAP; l’estensione temporale e delle tipologie di immobili ad uso non abitativo del credito d’imposta del 60% sui canoni di locazione oltre che del 30% all’affitto d’azienda; la proroga dei versamenti contributivi e fiscali al 16 settembre; l’estensione della cassa integrazione in deroga ed anche l’attenzione che avevamo chiesto per i pagamenti degli avvisi bonari; per finire con la piccola concessione dell’indennizzo di 600 euro passato a 1000 per il mese di maggio. Mi pare che sia eccessivo il termine di ‘rilancio’ – continua Borghi – perché, per rilanciare la nostra economia, serve una visione di medio-lungo periodo: necessita far ripartire lavori pubblici e occorrono innovazione, sburocratizzazione, infrastrutture e una vera riforma fiscale, come da tempo chiede il Presidente Sangalli. Meglio sarebbe definirlo ‘Decreto Sussistenza’. Abbiamo aperto in sicurezza i nostri negozi, ma sappiamo bene che lavoreremo a lungo con il freno a mano tirato e sarà impossibile recuperare le perdite dovute a due mesi e mezzo di stop. Serve, ora più che mai, un’attenzione delle Istituzioni al settore moda, dopo che si sono dimenticate di noi nell’elenco dell’art. 61 del Decreto ‘Cura Italia’. Speriamo – conclude Borghi – che le Camere diano finalmente un forte segnale, accogliendo il nostro emendamento sulla svalutazione dei magazzini, con la concessione di un credito d’imposta del 60% ai prodotti rimasti invenduti causa covid-19.

Questo sì che sarebbe un importante segnale di attenzione ai 115 mila punti vendita della moda che danno lavoro a 313 mila addetti e che, con resilienza, sacrificio e grande senso di responsabilità, hanno riaperto le attività non avendo perduto il desiderio di fare impresa”.