Angaisa

Angaisa
Associazione Sindacale di Imprenditori, finalizzata alla tutela degli interessi generali di Categoria, all’aggiornamento ed alla crescita culturale del settore ed alla promozione delle relazioni commerciali tra distribuzione e produzione.
Riunisce Grossisti e Rivenditori del Settore, aderisce alla Confederazione Generale del Commercio Turismo e Servizi ed è membro fondatore della FEST (Federation Européenne des Grossistes en Appareil Sanitaires et de Chauffage); l’Associazione tiene costanti rapporti con le Associazioni delle Imprese Edili, dell’Artigianato e dei Consumatori.
La competenza merceologica si estende all’impiantistica e alle finiture nell’edilizia, con riferimento agli idrosanitari, all’idraulica, al riscaldamento, al condizionamento e alle piastrelle.
Conto termico 3.0 in attesa delle disposizioni attuative
Anche Angaisa-Confcommercio, l’associazione dei distributori idrotermosanitari, guarda con grande interesse alla recentissima pubblicazione del decreto ministeriale relativo al conto termico 3.0. Dopo un iter lungo ed estremamente complesso, il nuovo provvedimento introduce importanti novità legate sia alle tecnologie e agli interventi che potranno usufruire degli incentivi (privilegiando pompe di calore, sistemi ibridi e impianti fotovoltaici), sia alla platea dei beneficiari, che include imprese, privati, Pubbliche Amministrazioni e Comunità Energetiche Rinnovabili. In una fase che vede parzialmente ridimensionata l’attrattività dei bonus edilizi, le modalità di fruizione dei contributi previsti dal conto termico rappresentano un valore aggiunto importante, con l’erogazione diretta in un’unica soluzione con un tetto massimo aumentato a 15mila euro. Ora però è fondamentale completare al più presto il quadro normativo di riferimento per dare nuove certezze alle aziende e ai professionisti del settore, ai quali spetterà il compito di trasmettere correttamente a tutti i clienti i contenuti e le opportunità del conto termico, affiancandoli nella gestione delle procedure da seguire (ricordiamo che Angaisa si avvale da anni del prezioso contributo, in qualità di partner tecnico, della società eteam). Non va dimenticato che l’entrata in vigore del decreto è prevista per il prossimo 25 dicembre, dopodiché il GSE avrà sessanta giorni di tempo per rendere disponibili le disposizioni attuative. “La pubblicazione del decreto ministeriale è un’ottima notizia per tutti gli operatori del comparto – sottolinea Angaisa – ma non possiamo dimenticare alcune criticità che potrebbero vanificare l’efficacia del provvedimento. Basti pensare ai mesi che ancora ci separano dalla piena operatività degli incentivi…”
Per Angaisa-Confcommercio è fondamentale fare definitivamente chiarezza su alcuni aspetti niente affatto secondari, tra i quali:
• le attuali lacune nei requisiti di ammissibilità degli interventi, soprattutto alla luce dell’introduzione di nuove tecnologie ibride, soluzioni di grande interesse per il mercato ma, al tempo stesso, ancora complesse da inquadrare sul piano tecnico e normativo;
• le nuove procedure di accesso agli incentivi per le imprese, che, se non definite in tempi brevi, rischiano di rallentare l’applicazione effettiva dello strumento;
• le modalità di predisposizione della documentazione necessaria per la richiesta sul portale GSE, storico punto critico della versione 2.0, da superare attraverso istruzioni chiare e facilmente applicabili. Un esempio concreto riguarda la gestione dei documenti di corretto smaltimento dei vecchi impianti, adempimento fondamentale per la legislazione ambientale, ma spesso fonte di difficoltà operative e interpretative per molti operatori.
Conclude Angaisa: “A livello di filiera impiantistica dobbiamo cercare di fare sistema, affinché il conto termico 3.0 non si trasformi in una ennesima occasione perduta, per le aziende e per le famiglie italiane. Questi meccanismi di incentivazione costituiscono fondamentali leve strategiche per accompagnare i processi di riqualificazione: conoscerne obiettivi, traiettorie e contenuti è oggi imprescindibile e Angaisa come sempre attuerà tutte le azioni necessarie per garantire alla distribuzione specializzata un ruolo da protagonista nei prossimi scenari collegati alla transizione energetica”.
Dati contrastanti per edilizia e immobiliare
Le analisi dei principali istituti di ricerca sono concordi nel confermare un trend di progressiva crescita del mercato immobiliare, che nel primo trimestre dell’anno ha fatto registrare una significativa accelerazione. Aumentano le compravendite e non solamente grazie al traino degli acquisti con mutuo (+32,7% tendenziale), agevolati dalla riduzione dei tassi di interesse. In un clima di perdurante instabilità ed incertezza – legati agli attuali scenari macroeconomici e geopolitici – le famiglie tornano a vedere nel “mattone” una potenziale assicurazione dei propri risparmi rispetto all’inflazione e alla perdita del potere d’acquisto. Una tendenza testimoniata dall’andamento positivo del mercato nelle grandi città e anche in molti capoluoghi di provincia.
Da sempre il buon andamento del settore immobiliare rappresenta un volàno di sviluppo per le filiere collegate all’edilizia, considerando le ristrutturazioni e riqualificazioni che seguono abitualmente l’acquisto di prime e seconde case. Ma queste potenzialità rischiano di essere tradite dalla progressiva riduzione dei bonus edilizi e dall’attuale assenza di concrete prospettive di rilancio per il comparto costruzioni nel suo complesso.
In base ai dati del MEF, nei primi cinque mesi del 2025, i bonifici “parlanti” per i bonus casa hanno raggiunto un valore di 9,8 miliardi di euro, con una pesante flessione del 25,3% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Angaisa – l’associazione dei distributori idrotermosanitari aderente a Confcommercio – conferma le forti preoccupazioni per il futuro delle aziende associate, che attendono comunque con fiducia nuovi provvedimenti volti alla definizione di un quadro normativo chiaro ed esaustivo e al tanto atteso recepimento della Direttiva Case Green.
“Viviamo un momento di incertezza che non favorisce gli investimenti per la ristrutturazione degli immobili. Comprendiamo e condividiamo l’esigenza di salvaguardare l’equilibrio finanziario e la tenuta dei conti pubblici, ma è necessario che venga nuovamente potenziato il sistema degli incentivi, soprattutto a favore delle famiglie che non hanno sufficiente capienza fiscale”, sottolinea Angaisa-Confcommercio. “Nel 2025 gli investimenti nel rinnovo residenziale sono destinati a subire una forte flessione e questo comporterà inevitabilmente minor gettito fiscale per le casse dello Stato. Ma il pericolo è che si faccia ricorso all’evasione e al sommerso. Da una parte, la possibilità di ottenere una detrazione fiscale contenuta e da spalmare oltretutto su dieci anni; dall’altra un risparmio immediato e potenzialmente molto più consistente… E’ un rischio che va assolutamente scongiurato”.
Nuovi dati record per l’occupazione, ma resta l’emergenza giovani
Sono stati resi noti pochi giorni fa i nuovi dati Istat relativi all’andamento dell’occupazione nel mese di maggio. Si tratta indubbiamente di risultati positivi, con un numero complessivo di occupati che raggiunge per la prima volta quota 24,3 milioni. Un dato che però è legato soprattutto all’incremento degli occupati fra gli “over 50” (+124mila occupati su base mensile e +572mila su base annua). Se complessivamente il tasso di disoccupazione è al 6,5% (contro un tasso medio nell’area UE pari al 5,9%), quello giovanile (15-24 anni) sale al 21,6%.
E’ una conferma della vera e propria “emergenza giovani” che chiama in causa il gap esistente fra scuola e lavoro e che rischia di avere un impatto drammatico (in parte già riscontrabile) sull’economia nazionale e sul futuro stesso delle imprese italiane, sempre più spesso impegnate nell’affannosa ricerca di figure da formare e da inserire all’interno dell’azienda.
Un quadro complesso e davvero preoccupante, se si prendono in considerazione anche i dati relativi al calo demografico (700mila lavoratori in meno nei prossimi cinque anni, in base alle recentissime stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio), i 352mila espatriati fra il 2003 e il 2023 di età compresa fra i 25 e i 34 anni (e sei su dieci “under 30” si dichiarano oggi pronti a costruire il proprio futuro fuori dall’Italia), i 2 milioni di giovani fra i 16 e i 29 anni che non studiano, non si formano e non lavorano (NEET).
Per questo Angaisa-Confcommercio, l’associazione dei distributori idrotermosanitari, ha lanciato nei mesi scorsi l’iniziativa “Angaisa entra nella scuole”, che ha l’obiettivo di far conoscere ai giovani degli istituti tecnici e professionali le opportunità lavorative che le imprese del settore, e più in generale i comparti dell’edilizia e dell’impiantistica, possono offrire ai neodiplomati e diplomandi.
L’evento più recente – il convegno “Dall’economia all’intelligenza artificiale, due sguardi sul futuro” - si è tenuto a Messina presso l’lIS Antonio Maria Jaci e ha visto come relatore, fra gli altri, il Prof. Carlo Cottarelli, economista e coordinatore del progetto PESES dell’Università Cattolica di Milano.
“Quella di Angaisa è un’iniziativa ambiziosa ma quanto mai necessaria – commenta l’associazione. Oggi ci proponiamo come “ponte” tra la scuola e il mondo del lavoro, dando ai ragazzi la possibilità di toccare con mano la realtà aziendale e consentendo alle imprese di entrare in contatto con giovani preparati e motivati, a cui offrire importanti percorsi di crescita professionale. Sono opportunità di lavoro assolutamente concrete, basti considerare che, in base a una recente analisi di Unioncamere, l’edilizia e i comparti collegati esprimeranno nel quinquennio 2024-2028 un fabbisogno di lavoratori stimato fra i 260 e i 290mila”.
Verso gli obiettivi della Direttiva Case Green
Dopo la pubblicazione, da parte della Commissione UE, delle nuove linee guida attuative della Direttiva “Case Green” (EPBD IV), appare sempre più chiara l’esigenza di pianificare rapidamente – a livello nazionale - un programma complessivo di interventi in grado di attivare il percorso di decarbonizzazione previsto da Bruxelles. Un percorso ambizioso, che prevederebbe per il 2040 la riduzione del 90% delle emissioni nette di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990, fino ad avere nel 2050 un patrimonio edilizio a “emissioni zero”.
Sono temi che toccano anche il futuro impiego delle caldaie a metano e le possibili soluzioni alternative, a partire dalle pompe di calore e dai sistemi ibridi. Scenari che prefigurano nel medio e lungo periodo cambiamenti strutturali nell’attuale mercato, e che richiederanno sempre di più competenze e professionalità da parte delle aziende e degli operatori coinvolti.
“La distribuzione specializzata del settore idrotermosanitario è pronta a dare il proprio contributo, promuovendo l’utilizzo di prodotti e soluzioni impiantistiche adeguate – sottolinea Angaisa-Confcommercio, l’associazione nazionale dei distributori idrotermosanitari. “Per vincere le nuove sfide sarà fondamentale puntare sui prodotti e i sistemi più evoluti, quelli ad elevata efficienza e a basso impatto ambientale (misurato dal GWP), facendo sempre riferimento a un approccio multi-tecnologico, per tenere conto delle diverse caratteristiche dei territori e degli immobili, residenziali e non”.
Inoltre si dovranno valutare con attenzione le effettive possibilità di utilizzare in futuro fonti energetiche alternative ai combustibili fossili, come il biometano e l’idrogeno, oltre all’impatto economico per le famiglie italiane degli interventi di efficientamento e riqualificazione. “Uno scenario complesso – conclude Angaisa – che dovrà poter contare su agevolazioni fiscali e meccanismi incentivanti davvero efficaci, come cessione del credito e sconto in fattura”.
Angaisa - Associazione nazionale commercianti articoli idrosanitari, climatizzazione, pavimenti, rivestimenti ed arredobagno aderente a Confcommercio - Imprese per l’Italia
Edilizia e settore idrotermosanitario a rischio crisi
I dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate mettono in evidenza la pesante flessione che sta interessando, ormai da tempo, i settori dell’edilizia e delle filiere collegate. Nei primi due mesi dell’anno le famiglie italiane hanno pagato 3,15 miliardi di euro con i bonifici necessari per beneficiare dei bonus casa: si tratta di un dato in calo del 35 % rispetto ai 4,86 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024.
I numeri emergono dal Bollettino delle entrate tributarie, che misura le ritenute versate dalle banche all’Erario (l’11 % dei bonifici viene trattenuto dagli istituti e trasferito allo Stato). Un dato che sembra però destinato a peggiorare ulteriormente in futuro, se si considera che nel 2025 è possibile usufruire di agevolazioni più efficaci rispetto a quelle previste per il 2026 (l’anno prossimo il livello base delle detrazioni fiscali passerà al 30%, con un 36% previsto solo per le prime case).
I più recenti dati elaborati da Angaisa, l’associazione nazionale dei distributori idrotermosanitari aderente a Confcommercio e a Federcostruzioni, confermano il ridimensionamento strutturale in atto. L’Osservatorio Vendite Angaisa, che monitora l’andamento dei fatturati dei distributori associati, evidenzia infatti un decremento del -4,53% nel primo quadrimestre 2025, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
“Oggi le famiglie si muovono in un contesto profondamente diverso rispetto al periodo 2021–2023 – sottolinea Angaisa. Si rinuncia agli interventi non essenziali e si rimandano i lavori meno urgenti, in particolare nei condomini. Nel frattempo, molti attendono la prossima legge di bilancio per capire se le detrazioni previste per il 2026 e il 2027 verranno confermate o magari potenziate”.
Un atteggiamento prudente, legato anche a un ridotto potere d’acquisto, che – come evidenzia una recente analisi di Nomisma – ha portato a un rallentamento delle compravendite immobiliari e a un surplus di case invendute o sfitte.
“Per evitare un pericoloso blocco del mercato, il Governo deve intervenire subito con misure straordinarie, che non possono attendere la prossima manovra finanziaria, attraverso agevolazioni che possano favorire la riqualificazione degli immobili e l’efficientamento degli impianti – conclude Angaisa. “Non si tratta solo di salvaguardare imprese e posti di lavoro, ma anche di agire nell’interesse generale dello Stato: se viene a mancare il volàno dell’edilizia ne risentiranno inevitabilmente il Pil nazionale e, nel lungo periodo, i conti pubblici, con il rischio concreto di incentivare i lavori in nero”