Figisc-Anisa

Figisc-Anisa
FIGISC è la Federazione italiana che tutela i gestori degli impianti di carburante.La Federazione è da sempre attenta alle problematiche del settore,ed esercita un’attività di consulenza e assistenza a favore degli associati.
FIGISC tutela i rapporti degli associati con le diverse compagnie petrolifere, organizza incontri di categoria e si pone come obiettivo il dare risalto alla figura professionale dei gestori, anche attraverso un programma di corsi di formazione utili ad adempiere le incombenze burocratiche.
Ermanno Allocco | Presidente |
Urbano De Angelis | Consigliere |
Pietro Zoccorato | Consigliere |
Massimo Fresia | Consigliere |
Giancarlo Gallesio | Consigliere |
Pierpaolo Alberto | Consigliere |
Il Governo impone la fiducia sul Decreto trasparenza
Nonostante tutta la filiera, gli esperti di settore e l’Antitrust, avessero “bocciato” il famigerato cartello del prezzo medio, nonostante tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione, compattamente, abbiano cercato una mediazione ragionevole, presentando emendamenti per cercare di “migliorare” un provvedimento nato “di pancia” su presupposti e dati oggettivi sbagliati ed incontrollati, il Governo si impunta, imponendo il voto fiducia sul Decreto, come fosse una questione di vita o di morte, continuando ad individuare i Gestori quali responsabili di una speculazione che non esiste al livello della fase finale della distribuzione.
I dati oggettivi sono che solo nel mese di Gennaio la GdF, con l’ausilio di 650 pattuglie, distolte da altre più serie attività, ha effettuato oltre 2.500 verifiche sugli impianti, (a fronte di circa 5000 controlli eseguiti in tutto il 2022), arrivando a sanzionare perfino la mancata esposizione di un cartello del prezzo medio, previsto dal Decreto che non solo deve essere ancora convertito, ma di cui mancano ovviamente i Decreti attuativi che dovranno individuare sia le modalità e le tempistiche del cartello sia l’elaborazione del famigerato “prezzo medio Regionale” che vi si dovrà esporre, in sostanza sanzionando la mancata presenza di un cartello in bianco.
Il tutto mentre nella zona grigia dei soggetti che non si sono mai iscritti al portale del Ministero si continua a non comunicare i prezzi praticati; mentre continuano le frodi fiscali; mentre, ad un livello più alto – e quindi inarrivabile da controllare – si sviluppano le speculazioni di ordine finanziario che si annidano nei mercati internazionali del greggio e dei prodotti raffinati.
A fronte di un tanto, a puro scopo mediatico, ci si accanisce proprio sulla parte della filiera che è, per vincoli commerciali ed economici, l’unica a non poter agire sul prezzo finale.
Figisc/Anisa Confcommercio, assieme ai propri gestori della rete stradale ed autostradale, esprime il più vivo disappunto per un esecutivo, che, in piena contraddizione, da un lato ha dichiarato pubblicamente che la Categoria non è responsabile di alcuna speculazione, mentre dall’altro la sottopone ad ulteriori controlli e sanzioni, sostenendo nei fatti le ragioni di una campagna denigratoria che la identifica ancora come la causa degli elevati prezzi dei carburanti portando avanti un’ideologia del “cartello” che non reca alcun beneficio, diritto od effetto pratico per gli automobilisti italiani, anzi semmai li espone al rischio di un allineamento dei prezzi verso l’alto e ad una riduzione della concorrenza.
Assieme al Colleghi delle altre Sigle Sindacali valuteremo ulteriori iniziative di protesta nei confronti del Governo.
Figisc-Confcommercio: "Profondamente delusi da emendamento del Governo"
“Profonda delusione rispetto alla presentazione dell’emendamento del Governo presso la X° Commissione che ribadisce e peggiora quanto già scritto nel D.L. “Trasparenza”.
Com’è possibile che il Governo non sappia valutare in modo logico, quanto hanno ribadito Antitrust, esperti di settore, ed Associazioni di Categoria rispetto all’obbligo della cartellonistica sul prezzo medio, che risulta inutile per la trasparenza, anzi rischierebbe di portare aumenti del prezzo a danno dei consumatori. Di fatto continua l’atteggiamento “punitivo” nei confronti della nostra categoria su cui graverebbero ulteriori oneri e sanzioni.” E’ il commento di Figisc, la federazione dei distributori di carburante e aree di servizio aderente a Confcommercio.
“Fin dal primo incontro a Palazzo Chigi con i Ministri Giorgetti e Urso ed il Sottosegretario Mantovano, - spiega Figisc - era stato dichiarato che i controlli e le sanzioni sarebbero stati orientati verso le cosiddette zone “grigie”: i circa 1700 impianti che non si sono mai iscritti all’Osservatorio Prezzi e non hanno mai trasmesso i prezzi, come invece fanno la stragrande maggioranza dei gestori, che in questo periodo si vedono invece investiti da una pressante azione di controllo da parte di ben ben 660 pattuglie della GdF. Invece – conclude Figisc-Confcommercio - nell’emendamento in oggetto non c’è traccia di controlli rispetto a quella parte della filiera che continua a fare i propri comodi.”
Il Governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. Avviata contro la Categoria una campagna mediatica vergognosa
Beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all’Erario oltre 13 miliardi di €uro/anno.
Per porre fine a questa “ondata di fango” contro una Categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le Associazioni dei Gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio.
Le motivazioni della protesta saranno illustrate nel corso di una Conferenza Stampa che si terrà Giovedì 19 gennaio 2023, presso l’hotel Nazionale (Piazza Montecitorio), con inizio alle ore 11.00’.
L’impressione che la Categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un Esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l’Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l’Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull’affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla Categoria.
E’ un imbroglio mediatico al quale le Organizzazioni di Categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei Gestori.
Figisc-Confcommercio su rincari carburanti: “La tempesta perfetta (italiana) in un bicchiere d'acqua”
“La tempesta perfetta in un bicchier d’acqua”: è il commento di Figisc-Confcommercio, Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti, alle ingiuste accuse di speculazione ai danni dei gestori.
“Peraltro - continua Figisc - il Governo contraddice se stesso ritenendosi, da un lato, preoccupato per gli aumenti del carburante mentre, dall’altro, tramite il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, rileva che nella prima settimana dell’anno il prezzo al self-service è cresciuto in misura minore rispetto alle imposte.”
“Ci auguriamo - conclude Figisc-Confcommercio - che nei prossimi giorni si renda giustizia ad una categoria ingiustamente additata quale responsabile di inesistenti speculazioni.”
Crisi energetica: serve un ministero dell'Energia
E’ quanto sostengono in un comunicato, le Federazioni di Categoria dei Gestori degli impianti di distribuzione carburanti, tra cui FIGISC, alla vigilia dell’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo Governo. La grave crisi energetica che sta attraversando il Paese ha reso evidenti – tra le altre cose – profondi errori di politica economica: l’assenza di una strategia energetica concreta e realistica, l’improvvisazione dettata dalle mode del momento e del “politicamente corretto”, stanno facendo emergere l’inadeguatezza e la fragilità dei provvedimenti assunti dalla politica italiana.
Così come è accaduto per la pandemia che ha dimostrato l’insufficienza delle strutture sanitarie, lasciate per decenni senza alcun investimento, ma solo obbedendo alla logica dei tagli e dei risparmi (si può risparmiare sulla salute?), anche nell’energia l’Italia si è ritrovata, presa alla sprovvista, senza una rete di sicurezza energetica e in balia degli avvenimenti di fronte ai nuovi scenari internazionali.
Che l’energia fosse un asset strategico era noto a tutti eppure si è scelto di minimizzarlo lasciando che fosse il solo “mercato” (e nel gas abbiamo visto come è finita) a fare le scelte, magari trascinato dalle scelte sulla transizione ecologica completamente distaccate dalla realtà.
Rientra in questo quadro di complessiva debolezza la scelta di collocare un pezzo importante della politica economica del paese, quella energetica direttamente collegata alla politica produttiva, in seno al Ministero dell’Ambiente, ampollosamente ribattezzato della Transizione Ecologica. Il risultato è stato che in questi anni di “competenza” il Mite si è occupato poco e male dei problemi energetici, non avendone storia né visione e non ha compiuto alcun sforzo per assimilare i temi dello sviluppo e della programmazione delle risorse energetiche necessarie a governare la transizione ad un futuro decarbonizzato.
In questo quadro la direzione Energia del MiSE è stata trasferita – sul piano formale – al MiTE diventando, di fatto un corpo estraneo nel Dicastero dedicato alla tutela ambientale. In questa confusione, al MiTE – la cui vocazione è quella di occuparsi di biodiversità, di salvaguardia del territorio, di fenomeni elettromagnetici, del patrimonio costiero, ecc. – sono state aggiunte competenze che riguardano anche lo sviluppo sostenibile e l’efficienza energetica.
Competenze che, però, così configurate si mostrano come temi eccentrici in quanto senza un quadro di riferimento complessivo e di una visione d’insieme delle politiche economiche, di sviluppo industriale e di sicurezza energetica sembrano completamente avulse da una strategia energetica propriamente detta che, soprattutto in questo momento, dovrebbe guidare le scelte politiche.
Oggi, di fronte alla più grave crisi energetica che abbia mai affrontato l’Italia (molto peggio di quella del 1974), in uno scenario in netto peggioramento, appare ancora più urgente un accentramento delle risorse e delle competenze in un unico soggetto istituzionale preposto alla programmazione, all’organizzazione e alla gestione delle funzioni produttive in materia di industria, energia,artigianato, commercio e PMI dei servizi e del Terziario.
E’ arrivato il momento di avere consapevolezza della situazione, anche alla luce degli importanti obiettivi del PNRR, della transizione, dei grandi cambiamenti della mobilità che impattano sul settore produttivo e distributivo: è quindi necessario, nella definizione della nuova compagine ministeriale, la scelta di costituire un “Ministero per l’Energia” (o, almeno il ritorno dell’Energia nel Dicastero dello Sviluppo Economico), che, nell’interesse del Paese, rimane centrale per garantire lo sviluppo e la difesa degli interessi di famiglie ed imprese.
Non è più tempo di attardarsi in discussioni inutili: c’è bisogno di fare in fretta!
Questo è l’appello che le Associazione dei gestori carburanti, tra cui FIGISC-Confcommercio, soggetti primari della mobilità in Italia e attori della rete di distribuzione dell’energia su strade e autostrade, rivolgono alle forze politiche e alla nuova maggioranza che governerà il Paese.
Riduzione accise – Figisc: serve la compensazione del valore delle giacenze
Il recente D.L. n. 20 del 21 marzo 2022 pubblicata in pari data, sulla G.U. n. 67, che prevede il taglio lineare delle accise di 25 centesimi (+iva), su benzina e gasolio, non prevede al suo interno nessun meccanismo di compensazione.
Ferma restando la condivisione del provvedimento, utile a calmierare il prezzo finale, a nostro avviso, il medesimo non ha tenuto in alcun conto le ripercussioni causate alla categoria dei gestori.
Se esiste un quadro di relazioni particolari, questo è proprio quello che regola il rapporto tra gestore e fornitore/proprietario dell’impianto, dove il secondo determina il prezzo dall’inizio alla fine (dal prezzo a cui il gestore acquista a quello con cui vende al consumatore finale, dietro un compenso fisso di circa 3,5 cent/litro per pagare il proprio lavoro, tutti i costi, la previdenza e le tasse, nonché a sostenere il peso finanziario dell’acquisto di una merce che è sua perché l’ha comperata e pagata).
È palese quindi, che il prodotto presente nei serbatoi dei gestori, ha subito una drastica riduzione del valore (pari a circa 10 volte il suo margine), costringendolo di fatto ad una vendita sottocosto.
Per fare un esempio, a fronte di 20.000 litri di giacenza, la perdita secca è di 5.000 €, che di fatto rappresenta un “prelievo forzoso” dai conti correnti delle nostre aziende, che in un trend di riduzione di erogati, aumento dei costi per l’energia, maggiore esposizione finanziaria derivato dal contestuale aumento dei prodotti, genera l’ennesimo elemento che va a peggiorare il conto economico.
Chiediamo di valutare tutti questi elementi – che “fotografano” la fragilità della categoria – per mettere in atto provvedimenti correttivi per apportare le tutele necessarie, quali stabilire che le “partite” dare/avere tra inizio e fine degli effetti del citato provvedimento siano rese “neutre” tramite una compensazione, che produca, a seconda del caso, un credito oppure un debito di imposta, a fronte della differenza negativa o positiva delle giacenze dichiarate.
“Sicurezza Partecipata”, confronto costruttivo sull’attuazione del protocollo d’intesa tra Confcommercio e Ministero dell’Interno
“Il convegno di ieri sera – afferma Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – è stato un interessante momento di confronto con i vertici delle Forze dell’Ordine per l’attuazione delle misure di sicurezza opportune per elevare il livello di protezione delle attività commerciali”.
La serata è stata aperta con la lettura, da parte del segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo - dr. Marco Manfrinato del messaggio di saluto inviato da s.e. il Prefetto di Cuneo - dr.ssa Fabrizia Triolo, assente per inderogabili impegni istituzionali; relatori d’eccezione, il dr. Nicola Parisi - Questore di Cuneo, il col. Giuseppe Carubia - Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, il col. Luca Albertario - Comandante provinciale della Guardia di Finanza ed il dr. Corrado Busano - dirigente della Polizia Postale.
Il dr. Valter Noli - referente commerciale di Securshop, partner accreditato di Confcommercio, ha illustrato il ventaglio di strumenti e servizi per protezione delle attività commerciali quali i più aggiornati apparati di videoallarme antirapina/antintrusione e antiaggressione collegati direttamente con le sale operative delle FF.OO e il nuovo sistema integrato di protezione digitale “Intrusion Detection & Protection” per la difesa attiva da attacchi digitali, operati sempre con maggior frequenza e intensità dai cyber-criminali della rete.
È fondamentale la collaborazione proattiva tra Confcommercio e le autorità di Pubblica Sicurezza - precisa Chiapella, al fine di sensibilizzare efficacemente le nostre imprese
associate sulla cultura della sicurezza e sul contributo al presidio del territorio, sia fisico che digitale.
Nutrita la platea presente in sala, formata dai rappresentanti delle Ascom territoriali e dei Sindacati provinciali interessati, quali le gioiellerie di Federpreziosi, i gestori di stazioni di servizio e distributori di carburante di Figisc, i negozi di abbigliamento e calzature di Federazione Moda Italia, i titolari di farmacie di Federfarma; presente anche il Comm. Giorgio Chiesa, presidente dell’Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo.
Tasse e speculazione portano il prezzo dei carburanti e dell'energia alle stelle
Dobbiamo tutti prendere atto della straordinarietà della situazione e non affrontarla con i metodi tradizionali: la forte speculazione -a quantità di petrolio e gas pressoché invariate, spesso governate da contratti a lungo termine con prezzi fissati in altro periodo- e l’isteria che caratterizza questa fase del mercato hanno fatti schizzare i prezzi così in alto.
Dobbiamo tornare indietro di 10 anni per trovare, nel 2012, un prezzo della benzina a circa € 1,90 e quello del gasolio a circa € 1,78. E non c’era alcuna situazione di conflitto o sanzioni a gravare sul mercato. Da sempre Accisa ed Iva compongono la parte maggioritaria del prezzo, sfiorando il 60% di quello pagato dal consumatore e non si può far finta di ignorarlo.
Ma, se questa situazione è insostenibile per i consumatori -usciti da due anni di pandemia- è ancor meno sostenibile per i Gestori che -indipendentemente dall’andamento del prezzo- continuano a percepire 3,5 €cent (lordi) su ogni litro di prodotto immesso nel serbatoio degli automobilisti, continuano ad assolvere un pubblico servizio essenziale pur in presenza di vendite in progressivo declino ed a sopportare i relativi costi connessi. Tutti elementi che stanno caratterizzando questa fase e che prefigurano un inesorabile fallimento delle gestioni medesime.
Di fronte a questa situazione che sconta l’assoluta incapacità dei governi che si sono succeduti nel tempo ad affrontare in termini di “sistema” la questione energia, confinando il tema alla residualità o utilizzandolo solo a fini “propagandistici” per riaffermare la transizione ecologica, ci vuole una presa di coscienza collettiva che riporti il tema della sicurezza energetica al primo posto nell’azione politica per evitare di ricadere, sempre e comunque, nell’incertezza. Per le famiglie, per l’industria e per il terziario.
I Gestori, in attesa che si sciolgano i nodi dell’ammodernamento e del rilancio di un comparto che appare, oggi più che mai, essenziale al Paese ed alla sua economia, chiedono che il Governo intervenga immediatamente dando applicazione a quanto previsto dalla L. 244/07, in tema di Accisa Mobilie (o anticiclica) che consente , da una parte, di sterilizzare gli aumenti dell’Iva (già oggi maggiori di 7,00 €cent/lt. rispetto solo a due mesi fa’) e, dall’altra, di creare un minimo di stabilità per famiglie ed operatori economici.
In attesa che arrivino dal Governo i segnali richiesti i Gestori, nel tentativo di arginare l’aumento vertiginoso dei costi a margini invariati, a partire dalla giornata di Lunedì 14 Marzo terranno spenta l’illuminazione degli impianti in modalità Self-service durante le ore notturne.
Altre iniziative, in caso contrario -conclude il comunicato stampa- verranno valutate nei prossimi giorni per salvaguardare il mantenimento dei livelli occupazionali degli oltre 22 mila distributori di carburanti, di un settore al servizio del Paese e dei cittadini che dà lavoro ad oltre 100 mila famiglie.
“Sicurezza Partecipata”, protocollo d’intesa tra Confcommercio e Ministero dell’Interno per l’attuazione di misure a protezione delle aziende
Lavorare con più serenità, tutelati da accorgimenti capaci di ridurre il rischio di furti/rapine o di subdoli ma altrettanto dannosi cyber-attacchi.
“L’obiettivo – interviene Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – è da tempo al centro dell’attenzione della nostra organizzazione, degli operatori commerciali, dei fornitori di servizi e da tutti coloro che, per le caratteristiche della propria attività, sono esposti ai pericoli con i quali il mondo d’oggi è chiamato a confrontarsi; venne posto in essere dal Protocollo d’intesa a suo tempo firmato da Confcommercio con il Ministero dell’Interno per la diffusione sull’intero territorio nazionale del progetto “Sicurezza Partecipata”, iniziativa finalizzata ad aumentare il livello di sicurezza negli esercizi commerciali attraverso l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza e allarme collegati con le centrali operative di Polizia e Carabinieri”.
Si tratta di una misura di prevenzione e controllo utile a dare maggiore sicurezza agli esercenti, al territorio ed in generale a tutti coloro che operano nei settori economici.
“Si tratta di un tema importante e delicato del quale ne parleremo – precisa Chiapella – durante il convegno organizzato per giovedì 17 marzo 2022, alle ore 21,00, presso la Sala polivalente di Confcommercio in Via Amedeo Avogadro 32, insieme a Sua Eccellenza il Prefetto, il Signor Questore, il Comandante provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ed alle categorie interessate delle gioiellerie di Federpreziosi, i gestori di stazioni di servizio e distributori di carburante di Figisc, i negozi di abbigliamento e calzature di Federazione Moda Italia ed i titolari di farmacie di Federfarma”. “Al confronto sarà presente la società Securshop, di cui Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo si avvale per la fornitura degli apparati e dei servizi per la videosorveglianza/videoallarme, con capillarità territoriale a livello nazionale e di disporre di moderni sistemi tecnologici idonei a rispondere alle finalità del Protocollo di cui sopra e conformi alle caratteristiche tecniche indicate nel capitolato.
Le imprese interessate, in particolare farmacie, gioiellerie, stazioni di servizio e distributori di carburante sono invitate a partecipare. L'accesso sarà consentito solamente su presentazione del Green Pass; si prega gentilmente di confermare la partecipazione all’indirizzo cuneo@confcommercio.it entro lunedì 14 marzo 2022.
Celebrata a Cuneo l’ottava edizione della Giornata nazionale “Legalità ci piace!” in collegamento streaming con Confcommercio nazionale
Al termine consegnato a S.E. il Prefetto il documento sul fenomeno in Provincia
Grazie alla presenza in video di S.E. il Prefetto Fabrizia Triolo, del Questore Nicola Parisi e di Autorità civili e militari della Provincia e dei presidenti delle dieci Ascom territoriali e dei presidenti delle categorie rappresentate, si è tenuto oggi l’ormai tradizionale appuntamento di Confcommercio, occasione nella quale porre al centro dell’attenzione le problematiche legate al fenomeno dell’illegalità e dell’abusivismo. Al termine è seguito un incontro di una delegazione di Confcommercio ed Associazione Albergatori e Ristoratori con S.E. il Prefetto e la consegna del documento riguardante il tema.
Quest’anno in particolare si è posta l’attenzione su due fenomeni pericolosi legati alla crisi economica e sociale causata da Covid-19 e pandemia, il fenomeno dell’Usura e le infiltrazioni politiche nelle manifestazioni di protesta.
Intere filiere, in particolare quella del turismo – pubblici esercizi, alberghi, tour operatori, trasporti, discoteche, lo shopping, la cultura ed il tempo libero – ma anche molti comparti del commercio al dettaglio, soprattutto abbigliamento, calzature ed accessori moda, hanno registrato crolli verticali di fatturato e moltissime imprese di questi settori hanno chiuso definitivamente l’attività.
“Si tratta di una situazione – afferma Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – che soprattutto durante il primo lockdown si è resa ancor più drammatica con la “pressione” della criminalità, che si è fatta sentire su una consistente parte delle micro e piccole imprese del commercio e dei pubblici esercizi”. “Circa il 10% degli imprenditori è risultato esposto all’usura oppure a tentativi di appropriazione “anomala” dell’azienda”.
Negli ultimi sei mesi è aumentato il numero di imprenditori che ha chiesto prestiti a soggetti fuori dai canali ufficiali (14% contro 10%).
La protesta e la politica, se al di fuori di un quadro di legalità, comportano rischi reali per la tenuta sociale.
“La strumentazione del disagio sociale – precisa Chiapella – e della disperazione da parte di ambienti e politici di vario tipo vanno “a braccetto” quando la rabbia è reale, frutto di un anno di gestione dell’emergenza sanitaria legata al “Covid”.
“Si tratta di una rabbia – interviene Giorgio Chiesa, presidente dell’Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo – accumulata per mancati ristori, in molti casi mai arrivati, ma soprattutto a causa di aperture annunciate e poi smentite, adeguamenti e messa in sicurezza dei locali onerose a carico di categorie che non lavorano da mesi; una rabbia dietro la quale si nascondono furbetti ed evasori, però non cambia il problema”.
“Siamo coscienti – conclude Chiapella – che lo Stato non possa farsi carico interamente delle perdite di interi settori, ma ha il dovere di dare certezze su aperture e tutelare chi non può ancora “ripartire””. “In questa situazione di tensione sociale è forte il rischio di attacco all’ordine pubblico ed alla legalità; la strumentazione politica non è ammessa dal nostro punto di vista”. “Denunciamo e condanniamo con fermezza ogni forma di protesta al di fuori della legalità; auspichiamo una significativa velocizzazione delle vaccinazioni e nel contempo date certe sulle riaperture”.